Chi è Charlie Gard? A questa domanda è difficile rispondere in altro modo se non con la parola “mistero”. Quel bambino è un Mistero. Parlarne al presente ora che è morto non è un vezzo o una forma di rispetto, bensì la sola modalità linguistica con cui rendere tutta la portata di quello che Charlie Gard continua a muovere nel dibattito pubblico e nelle tante esistenze interrogate da una vita che ha turbato i segreti pensieri di molti cuori.
Egli, come ogni Mistero che si rispetti, ha aperto in ciascuno – e più in generale nella società occidentale – infinite domande: che cosa significa vivere? Che cosa vuol dire fare i genitori? Dove la cura diventa accanimento e dove, al contrario, essa è legittima e doverosa? Fin dove si può spingere la legge degli uomini? Che cosa comporta essere medici, infermieri, giudici, giornalisti o avvocati? In che modo far compagnia agli altri, aiutarli, sostenerli o stringere loro la mano fini all’ultimo istante di vita? In un’epoca di risposte dettate dai sentimenti o dalle idee, il Mistero di Charlie Gard è una realtà che o ci riconferma nelle nostre sicurezze che non ammettono domande oppure ci costringe a fare un passo per comprendere nuovamente che cosa stia diventando questo nostro mondo, quale sia il suo scopo, che ruolo giochi in tutto questo la libertà del singolo – mamma o operatore sanitario che sia -, dove vogliamo portare tutta la nostra capacità di conoscere e di organizzare la vita.
Charlie Gard è, insomma, un dono. Un’ostia silenziosa che disturba il nostro quieto vivere, portando nel nostro tempo questioni che sembravano per sempre risolte e che, invece, si stanno rivelando ancora una volta come conquiste da rifare. Charlie Gard ci insegna che la posizione di ognuno è decisiva per tutti, che il cammino dei singoli non può mai essere dato per scontato, che le persone sono anch’esse Mistero e che nessuno istante è piccolo o inutile, ma ogni gesto o decisione – anche compiuta nel più remoto luogo dell’universo – costruisce il mondo e segna la possibilità di una speranza.
In prossimità del suo primo compleanno Charlie Gard conclude il suo cammino su questa terra, rendendoci consapevoli di quanto possono essere decisivi undici mesi per la storia di tutta l’umanità. Eppure egli non ha fatto niente, semplicemente è Presente, è Vivo. Eppure è proprio questo il motivo per cui nessuno, che abbia un briciolo di umanità non contaminata dalla violenza del tempo, possa dirsi tranquillo o quieto.
Perché l’esistenza di Charlie Gard ripropone, sommessamente ma irrimediabilmente, qualcosa di decisivo che forse – nell’intimo del cuore – stiamo per capire: il presentimento che in fondo la vita non sia mai, in nessun istante, davvero nostra. Scende il silenzio sul Gosh, l’ospedale di Londra al centro delle battaglie di tutti questi mesi, ma rimane nell’anima di tanti il sussurro di una vita che ha risvegliato quel Tormento che ci rende uomini, che ci rende liberi.