San Galdino, nato a Milano attorno alla fine dell’XI secolo dopo Cristo, faceva parte della famiglia Della Sala, che si assestava nella classe medio bassa della borghesia milanese. Fin da giovane il futuro santo ebbe l’opportunità di incontrare diversi esponenti della Chiesa cristiana dato che, molti componenti della sua famiglia, erano molto religiosi e professavano il credo del cristianesimo. San Galdino fece una scelta particolare una volta che raggiunse la maggior età, ovvero approvò pubblicamente le parole del potenziale Papa, ovvero Alessandro III, cosa che molte personalità di Milano non approvavano assolutamente.
Per loro, infatti, a dover divenire Pontefice doveva essere Vittore IV, il quale era apertamente sostenuto da Federico Barbarossa. I continui contrasti tra san Galdino e Federico non fecero altro che riempire le sale dei convegni della nobiltà milanese: questo non fece altro che creare dei fastidi allo stesso Federico il quale vedeva la sua posizione essere messa in pericolo da una persona che, effettivamente, si trovava sotto il suo rango per quanto riguarda il rango nobile. Per tale motivo lo stesso Federico decise di adottare una soluzione abbastanza semplice, la quale consisteva nel rapire san Galdino e fare in modo che l’elezione del Papa potesse avvenire secondo le sue idee.
San Galdino venne rapito e rimase rinchiuso in un luogo segreto per circa sei mesi: ovviamente la sua improvvisa scomparsa non fece altro che destare scalpore e soprattutto incuriosire tutti coloro che avevano deciso di appoggiare Alessandro e non Vittore. Con la scelta del primo sul secondo, san Galdino venne finalmente liberato dai suoi carcerieri, che decisero di evitare che la situazione potesse peggiorare: il Papa avrebbe potuto indire delle ricerche e scoprire che, dietro la scomparsa dell’uomo, vi era Federico. Il rapporto di san Galdino col Papa fu abbastanza buono ed i due comunicavano sia mediante lettere scritte a mano che dal vivo. Il Papa, sempre più convinto della buona fede di san Galdino e soprattutto della sua voglia di fare del bene per le persone meno fortunate, decise di fare in modo che egli potesse viaggiare assieme a lui durante le varie visite papali.
Accadde dunque che Alessandro, tornato a Milano, decise di nominare vescovo della città san Galdino, il quale non poteva però entrare nella sua sede ecclesiastica vista l’opponenza della famiglia Barbarossa.
Questo non fece altro che aumentare l’astio nei confronti di questa famiglia, che venne espulsa dall’intera Lombardia permettendo a san Galdino di svolgere le sue diverse mansioni ecclesiastiche. Col passare del tempo la sua fama divenne sempre maggiore viste anche le diverse ed abbastanza frequenti opere di bene che venivano compiute dallo stesso san Galdino. Inoltre tutti i vari vescovi nominati da Vittore vennero sconsacrati, lasciando a san Galdino la possibilità di poter amministrare tranquillamente il suo ruolo a Milano. Invecchiato e leggermente malato, san Galdino perderà la vita attorno al 1176 durante una messa che aveva come scopo quello di parlare dei catari e di come, loro, continuavano a bestemmiare ed a predicare religioni completamente differenti da quella cristiana.
Milano è la città nella quale san Galdino viene ricordato con una semplice funzione religiosa: sono rare le sagre che accompagnano questa ricorrenza religiosa se non la domenica quando, nelle piazze, è possibile notare qualche piccola bancarella di dolciumi ed altre.
San Calogero di Brescia viene celebrato nella suddetta città assieme agli altri martiri che, assieme a lui, fecero il possibile per consacrare la parola del Signore, riscontrando degli avversari, in questo caso monarchi, che li fecero catturare e li condannarono a morte senza alcuna possibilità di appello.