Oggi, domenica 22 maggio 2016, come di consueto si è svolto in piazza San Pietro l’Angelus di Papa Francesco, sempre accolto da folle di fedeli festanti.In particolare, la tematica dell’udienza di oggi riguardava la festa della Santissima Trinità, la cui ricorrenza si celebrava proprio questa domenica. Per la Chiesa, infatti, questo tipo di celebrazione ricorda l’importanza dell’Essenza di Dio, che è allo stesso tempo Uno e Trino, e si manifesta quindi nella tripartizione di Padre, Figlio e Spirito Santo. L’omelia di papa Francesco si è aperta con un commento al Vangelo secondo Giovanni, che oggi in particolare si occupava del discorso pronunciato da Gesù ai suoi Apostoli prima di andare incontro alla propria Passione. Il Salvatore vuole lasciare impresse indelebilmente nei cuori dei suoi Discepoli alcune questioni che lo riguardano in prima persona, in particolare il Suo rapporto con il Padre e la questione nodale della centralità dello Spirito Santo. Questo rapporto di effusione divina, quindi, non è più sviluppato con due membri ma con tre, formando una Trinità inscindibile.
Secondo Francesco questo discorso paradigmatico tenuto da Cristo ai suoi fedeli è applicabile ancora oggi, poiché come gli Apostoli furono guidati dalla mano di Dio, incarnata nella figura di Cristo e sorretta dalla potenza dello Spirito, così oggi ogni fedele deve continuare il proprio percorso di fede e di miglioramento spirituale all’insegna di questo rapporto trinitario. È il Battesimo, infatti, ad infondere nel cuore di ogni nuovo fedele lo Spirito Santo, mondando la sua anima dal Peccato Originale e rendendolo definitivamente parte del popolo di Dio: il Battesimo permette, inoltre, di entrare a far parte della “famiglia”, ovvero di questa essenza Una e Trina che guida il cammino di vita di ogni persona. Entrare a far parte di questa famiglia Trinitaria ed unita ma allo stesso tempo aperta a tutti, tuttavia, è secondo Francesco non un atto che va stipulato in un momento preciso e poi mai più ripreso, ma un percorso fatto di piccoli passi e gesti quotidiani. Il pontefice, infatti, ricorda che anche la stessa partecipazione all’omelia di ogni domenica, o la condivisione dell’Eucarestia con l’assunzione di Corpo e Sangue di Cristo sono gli atti di fede e di rinnovamento di questo contratto che ogni fedele dovrebbe preoccuparsi di mantenere più vivo che mai. Tuttavia, non bisogna guardare alla Santissima Trinità come ad un’Entità superiore che tratta i fedeli come figli,perché il mistero e la gioia della Trinità si possono percepire e sviluppare anche e soprattutto nel rapporto interpersonale degli uni con gli altri. L’Uomo, secondo papa Francesco, è un essere sociale appositamente creato per vivere in comunità con il prossimo, e l’allenamento alla fede nella Trinità aiuta a costruire una migliore vita nella relazione con l’altro, permettendo ogni giorno di crescere nella fede e nell’amore di Cristo.
La chiusura del commento al Vangelo che costituisce la parte fondamentale dell’Angelus è andata ancora una volta al ricordo dell’operato della Vergine Maria, che ha accettato senza opporsi la volontà dell’Altissimo, obbedendo ad un comando del Padre, dando vita al Suo Figlio ed essendo supportata dalla potenza dello Spirito Santo. Maria è quindi uno specchio della Santissima Trinità, ne rappresenta la prima e più importante fedele nonché l’intermediaria tra l’Essenza trinitaria e l’umanità intera, che con continui atti di devozione ed amore deve tenere fede al Mistero. Dopo l’Angelus, il primo pensiero di papa Francesco è andato al Beato Francesco Maria Greco, proclamato proprio ieri a Cosenza. Il fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori, infatti, si era lungamente speso per la via della comunità di Acri, sua città natale, portando la parola del Signore in quelle terre con forza e generosità d’animo sul finire del 1800 e all’inizio del ‘900. Il pontefice ha poi ricordato gli avvenimenti della settimana cristiana ventura, dei quali i più importanti sono l’inaugurazione del Primo Vertice Umanitario Mondiale, che avverrà domani a Istanbul, e la preghiera di comunione con i fedeli cinesi del santuario Sheshan a Shanghai, in onore della Beata Vergine Maria. In particolare il vertice sta molto a cuore al pontefice, perché si occuperà di trovare delle soluzioni alle tragedie umanitarie che sono conseguenza dei sanguinosi conflitti del mondo moderno. Infine, il pontefice ha salutato i pellegrini romani, polacchi, belgi, gli studenti spagnoli di Pamplona, la comunità cattolica cinese di Roma ed alcune diocesi giunte a San Pietro per l’udienza, come quelle di Molfetta e Cefalù, concludendo con l’augurio di una buona domenica e la richiesta di preghiere per la sua anima.