Karima El Mahroug – conosciuta da tutti come Ruby Rubacuori – è arrivata questa mattina nel tribunale di Genova dove è in corso una importante udienza del processo che per una volta la vede non come imputata ma come parte offesa: si tratta della pratica per diffamazione contro Francesco Chiesa Soprani, ex agente televisivo di Fabrizio Corona, che in una trasmissione di Santoro di tanti anni fa ebbe modo di dire – secondo Ruby – una serie di falsità e accuse infondate tali da provocare la querela immediata per la ragazza “nota” per le “cene eleganti” da Silvio Berlusconi nell’immenso scandalo sessuale che coinvolge l’ex premier di Forza Italia. Nello stesso processo è “coinvolto” anche Emilio Fede e Fabrizio Corona, i due teste indicati da Chiesa Soprani e dalla difesa contro la procace showgirl di origini marocchine. Nell’udienza dello scorso gennaio, l’ex agente tv del paparazzo più famoso d’Italia indicò Corona e l’ex direttore del Tg 4 (già coinvolti nei vari processi a carico, questa volta, di Ruby Rubacuori) come speciali testimoni che possano smentire quanto va dicendo la ragazza accusatrice.
DI COSA È ACCUSATO L’EX AGENTE DI CORONA
Nacque tutto in una puntata televisiva del programma “Servizio Pubblico” nell’aprile 2013, con il conduttore Michele Santoro che intervistò Chiesa Soprani con l’intento di sottolineare le presunte falsità dette da Karima in merito ai pagamenti di Berlusconi durante le “cene eleganti” a Palazzo Grazioli. L’ex agente di Corona spiegò in tv che Ruby era una bugiarda perché nel processo aveva detto che Berlusconi «non mi ha mai pagato», mentre a lui avrebbe detto «era prassi del Cavaliere pagarla quando andava alle cene da lui», sosteneva Chiesa Soprani. «Mi disse ancora», continuò la “confessione” televisiva l’ex agente tv, «“io ho già Lele Mora, Emilio Fede e Silvio Berlusconi che si stanno occupando di me, perché sono minorenne”». Di fatto dopo quella intervista, Ruby, assistita dall’avvocato Salvatore Bottiglieri, presentò una querela contro Chiesa Soprani che venne indagato e rinviato a giudizio.