Il Servizio Ambulanza del Queensland è il servizio ambulatoriale dello stato australiano, principale fornitore con 4mila dipendenti dell’assistenza di emergenza fuori degli ospedali e del trasporto con ambulanze di tutto lo stato. E’ una organizzazione sotto il controllo statale ed è uno dei più grandi servizi di ambulanze al mondo. Il servizio di ambulanza del Queensland fornisce servizi di risposta alle emergenze, assistenza ai pazienti pre-ospedalieri, servizi di trasporto specializzati, coordinamento dei servizi aeromedici e trasferimenti interospedalieri. Ma non solo. Negli anni ha sviluppato un tipo di servizio particolarissimo, che dal punto di vista tecnico non centra con il servizio di soccorso, ma offre qualcosa di particolarissimo, su richiesta dei pazienti terminali. Un gesto di pura carità, si potrebbe dire, perché va oltre l’assistenza a persone malate, ma soddisfa gli ultimi desideri di persone che hanno il tempo contato, prossime alla morte.
Un valido modo di assistere queste persone dando loro un ultimo momento di bellezza e di pace, altro che eutanasia e “dolce morte” come ormai si intende oggi la carità. In sostanza, i dipendenti del QAS accolgono l’ultimo desiderio del malato, ad esempio poter tornare a passare qualche ora a casa con i familiari o guardare un’ultima volta il mare prima di morire. Un buon esempio di questo si trova sulla pagina facebook del QAS, in cui un dipendente, Helen Donaldson, racconta di quando stava portando una paziente ormai con le ore contate al reparto pazienti terminali. In quel momento la malata ha chiesto se era possibile per lei guardare un’ultima volta la spiaggia dove aveva passato tanti momenti felici alla Baia di Hervey. L’autista dell’ambulanza non ci ha pensato un secondo e ha fatto una inversione conducendola proprio lì, dove dal suo lettino la donna ha potuto passare alcuni momenti con gli occhi gonfi di lacrime per la gioia. Un ultimo sguardo alla bellezza del mondo prima di morire, quale gesto più nobile e affettuoso e quale modo migliore di morire? “A volte” si legge nella pagina FB “non sono le abilità professionali che contano, ma l’empatia che si ha verso i malati”.