È morto Silvio Berlusconi. Non è uno scherzo di cattivo gusto e neppure una falsa notizia, ma un tragico avvenimento che sul web sta avendo una risonanza, purtroppo, che va ben al di là del triste fatto di cronaca nera, che è giusto riportare. Silvio Berlusconi, era un operaio comasco diventato celebre per essere omonimo del presidente del Consiglio, scomparso qualche ora fa in un incidente di montagna.
Mentre era diretto verso la capanna di Menaggio, ha perso l’equilibrio su un lastrone di ghiacchio, ed è scivolato in una scarpata per trenta metri. Non c’è stato nulla da fare per l’uomo, recuperato da un elicottero del 118. Cinquantasettenne, lavorava in un’azienda che si occupa di tessitura, e si proclamava fieramente di sinistra, al contrario del suo potente omonimo, la cui collocazione politica non è di certo un mistero.
Nella campagna elettorale del 2001, quando il premier lanciò il tormentone del “Belusconi operaio”, il suo omonimo proclamò fieramente, e non senza una qualche ragione, che «di Silvio Berlusconi operaio ci sono soltanto io».
Berlusconi viveva a Veniano, in provincia di Como, e nel corso degli anni ha rifiutato numerose proposte di candidatura in liste civiche interessate di poter annoverare un “Silvio Berlusconi” tra le proprie fila.
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In particolare il movimento No-euro gli propose prima la candidatura al Parlamento, quindi quella come sindaco di Milano: «Volevano mi candidassi, ma è sbagliato ingannare la gente», fu la risposta di Berlusconi, che quando l’omonimo leader di Forza Italia fu sconfitto di un soffio alle elezioni politiche del 2006 annunciò con gioia: «Ho perso le elezioni!».
Numerosi gli equivoci provocati da una così celebre omonimia: «ho dovuto togliere il nominativo dall’elenco telefonico, se prenoto al ristorante lascio il cognome della moglie, con la corrispondenza capitano gli scambi di persona. Una volta ricevetti una richiesta di aiuto economico dall’Argentina», raccontò in una delle sue ultime interviste.
La notizia dicevamo, sta facendo il giro della rete, dando adito, in numerosi casi, a facili e tristi ironie che prescindono dalla cronaca e dal lutto che ha colpito la famiglia dell’uomo.