Nuove regole in Gran Bretagna per la lotta al tabagismo: è entrata in vigore la legge che modifica i pacchetti delle sigarette. Si va verso uno standard comune sul confezionamento delle sigarette: aboliti loghi e design, unico formato, carattere standard per scrivere il nome della marca, immagini informative (anche estreme) sui pericoli del tabagismo per la salute. Peraltro le dimensioni delle marche dovranno essere minori, mentre maggiori dovranno essere le misure delle scritte che descrivono i rischi del fumo. I pacchetti di sigarette saranno allora tutti uguali e dello stesso colore: è stato scelto il verde opaco, molto simile al catrame, che è considerato il più brutto al mondo. I rivenditori avranno un mese a disposizione per smaltire tutti i vecchi pacchetti, poi scatteranno multe salate a chi non rispetterà le nuove norme.
Dopo la soppressione dei distributori automatici e l’eliminazione dei pacchetti dagli scaffali a vista, entra in vigore una nuova legge per il confezionamento delle sigarette. L’obiettivo di questa legge sul plainpackaging, approvata dalla Camera dei comuni nel marzo del 2015, è evidente: si rendono gli involucri delle sigarette meno attraenti. In questo modo, secondo una stima del Cochrane review, circa 300mila fumatori dovrebbero decidere di abbandonare le sigarette nel giro di un anno. La Gran Bretagna diventa così il terzo Paese al mondo che procede con questa misura, dopo Australia e Irlanda. Questa legge è evidentemente sgradita ai colossi del tabacco: la Philip Morris, ad esempio, fece causa all’Australia presso una Corte arbitrale internazionale, ma la sentenza del maggio 2016 non le diede ragione, anzi definì la causa un “abuso di diritto”. Il provvedimento in Australia è entrato in vigore nel dicembre del 2012, ma l’impatto auspicato non c’è stato: questo espediente lì ha ridotto il numero dei fumatori solodel 2%. D’altra parte si tratta comunque di un punto di partenza nella lunga lotta contro il tabagismo.
«Non possiamo stabilire con certezza quale impatto potrà aversi in Gran Bretagna, ma se fosse simile al caso australiano, avremmo circa 300mila fumatori in meno», ha dichiarato Jamie Hartmann-Boyce, ricercatore presso la Cochrane tobacco addiction group di Oxford. Ai microfoni di Reuters ha spiegato che il confezionamento omogeneo delle sigarette «può cambiare le attitudini e le credenze sul fumo, e finora ciò che sappiamo suggerisce che il packaging standard può incrementare i tentativi di smettere di fumare».