Santa Rita viene festeggiata il 22 maggio perché è proprio in questo giorno che morì, nel 1457, a Cascia. Della sua vita non si sa, in realtà, molto: tutte le informazioni che si conoscono derivano da alcuni dipinti che ritraggono la sua vita, dal Codex Miracolorum, ossia dal registro dei miracoli tenuto dai governanti di Cascia, e poi dalla ricostruzione storica redatta nel 1610 da un frate, padre Agostino Cavallucci.
Il vero nome di Santa Rita era Margherita Lotti: la donna è nata nel 1381 a Roccaporena, un piccolo paesino di montagna, all’epoca ghibellino, che si trova vicino Cascia. Era figlia di contadini, Antonio Lotti e Amata Ferri, una coppia molto religiosa che la ebbe quando era già avanti con gli anni.
Si parla di miracoli sin dalla sua infanzia: si racconta che quand’era ancora piccola e nella culla, uno sciame d’api le si avvicinò. Un contadino che si era ferito durante il lavoro tentò di allontanare gli insetti dalla piccola, ma questi non se ne andarono, anzi: deposero del miele sulla bocca della bimba, senza pungerla, mentre il taglio dell’uomo si rimarginò miracolosamente. I genitori diedero la giovane Rita in sposa a Paolo di Ferdinando di Mancino, che pare fosse un ufficiale dei ghibellini.
Nelle agiografie viene descritto come un uomo dal carattere aggressivo e prepotente, ma Rita riuscì a cambiarlo, almeno in parte, visto che dopo il matrimonio abbandonò la carriera militare per lavorare come contadino. La coppia ebbe due figli, Giangiacomo e Antonio. Molti anni dopo, Paolo venne assassinato, pare da alcuni suoi ex compagni d’arme, per una questione di tradimenti risalenti al passato militare dell’uomo. Poco tempo dopo anche i due figli di Rita morirono a causa di una malattia. Rimasta sola, la donna decise di prendere i voti e fu accolta nel monastero di Santa Maria Maddalena a Casci, non senza difficoltà, visto le sue recenti questioni familiari. In quel monastero la Santa visse per quarant’anni, pregando, facendo penitenza e prendendosi cura dei poveri e dei malati del paese. Secondo la tradizione, sono tanti gli eventi miracolosi che la riguardano: Rita annaffiò per diverso tempo una vite ormai secca e questa riprese vita, dando di nuovo i frutti; poi, il giorno di Venerdì Santo del 1432, dopo la messa dedicata alla Passione di Cristo, Rita ricevette una spina della corona del Salvatore sulla sua fronte, la sua stigmata.
Questa ferita scomparve per un breve periodo, appena il tempo necessario per andare a Roma per la canonizzazione di Nicola da Tolentino. Appena tornò al monastero, però, la stigmata ricomparve e la accompagnò fino alla morte, avvenuta dopo una lunga malattia. Sul suo letto di morte ricomparvero le api. Oltre a questo insetto, gli altri simboli legati a Santa Rita sono la spina e la rosa, perché si narra che la donna, ormai moribonda, chiese alla cugina di portarle una rosa e un fico dall’orto di Roccaporena. Ma era inverno e non potevano esserci queste cose nell’orto: invece la cugina trovò sia la rosa che il fico, che divennero il simbolo della salvezza e della purezza della Santa. Ogni anno, il 22 maggio, Santa Rita viene ricordata dai fedeli di tutto il mondo.
Nel suo paese, a Cascia, viene festeggiata con un corteo storico; poco lontano, a Spoleto, vengono dette messe per tutto il giorno, benedicendo le rose portate in dono dai fedeli. Di sera, invece, la statua della Santa viene portata in processione per le vie della città. Celebrazioni simili vengono effettuate in molte altre zone dell’Italia centrale legate alla Santa, come a Valmontone o a Latina. Tuttavia, anche in altre regioni questa Santa è molto amata: a Savona vengono celebrate messe in suo onore per tutto il giorno nella Chiesa di N.S. Consolazione in S.Rita, e poi viene organizzata una fiera per le vie del quartiere. Nella chiesa, inoltre, è presente una reliquia che per l’occasione viene esposta all’adorazione dei fedeli. Celebrazioni con la benedizione delle rose vengono tenute nelle chiese dedicate alla Santa anche a Udine, a Torino, a Verona, a Pavia, a Piacenza, in alcune province toscane e anche a Milano, dove, in particolare, nel quartiere del santuario di Santa Rita alla Barona, si tiene anche un concerto d’organo e accorrono centinaia di fedeli.