Si arricchisce di dettagli commoventi la vicenda di Henry Worsley, l’esploratore britannico di 55 anni morto nel tentativo di attraversare l’Antartide in completa solitudine, a piedi e senza alcuna assistenza. La versione online de “The Independent” ha infatti pubblicato l’audio dell’ultimo messaggio inviato da Worsley prima di morire. Nelle sue parole era evidente la consapevolezza di chi sa di avere “fallito”. Questo il testo completo:”Saluti a tutti. È venerdì 22 gennaio. Giorno 70. Quando il mio eroe, Ernest Shackleton, percorse 97 miglia, dal Polo Sud, la mattina del 9 gennaio 1909, disse di aver girato il suo bullone. Ebbene oggi, devo informarvi con una certa tristezza che anch’io ho girato il mio bullone. Il mio viaggio è alla fine. Ho esaurito il tempo, la resistenza fisica, e più semplicemente sono incapace di far scorrere uno sci davanti all’altro, per percorrere la distanza necessaria per raggiungere il mio obiettivo. Molti scalatori combattono e falliscono nella ricerca della vetta. La mia vetta è semplicemente fuori portata. Ho passato 70 giorni da solo in un posto che amo. Percorso 900 miglia e mancato di compiere soltanto il restante 1% di un viaggio ho intrapreso. Non importa. Io leccherò le mie ferite. Guarirò nel corso del tempo. E verrò a patti con la delusione“. Parole commoventi, strazianti se lette col senno del poi, con la consapevolezza di chi sa che Worsley non è riuscito a guarire, e questo è stato il suo testamento. Clicca qui per ascoltare l’audio dell’ultimo messaggio dell’esploratore inglese sul sito de “The Independent”.
Non è riuscito nell’impresa di attraversare a piedi in solitaria l’Antartide Henry Worsley, l’ex militare morto a 55 anni per sfinimento alla Clinica Magallanes di Punta Arenas in Cile, ma almeno è riuscito nel suo scopo: quello di raccogliere fondi per l’Endeavour Fund gestita dai principi William e Harry, risorse da destinare ai veterani di guerra malati e feriti. A riportare la notizia è il “Telegraph“, che in un’articolo apparso pochi minuti fa sulla sua versione online spiega come l’obiettivo iniziale era quello di raggiungere 100.000 sterline, una soglia che rischia addirittura doppiata se la tendenza delle ultime ore verrà confermata. La fondazione gestita dalla Corona inglese finora infatti ha accumulato 183.000 sterline, di cui 60.000 sono state raccolte dal momento in cui l’annuncio della morte di Worsley è stato diramato. Una notizia questa, che magari non eliminerà il dolore dei familiari di Worsley, ma che di certo darà un senso alla scomparsa dell’esploratore britannico.
È morto a modo suo Henry Worsley, tentando un’impresa probabilmente al di là dei limiti umani, suscitando la commozione di milioni di persone in tutto il mondo: l’esploratore di 55 anni che voleva attarversare l’Antartide a piedi e in solitaria non ce l’ha fatta, e dopo un viaggio di 1600 km ha dovuto arrendersi ad una peritonite batterica che non gli ha lasciato scampo. Ma partiamo con ordine: Henry Worsley era un esperto in questi tipi di imprese, basti dire che nel 2009 era riuscito assieme ad altri due compagni di avventura a raggiungere il Polo Sud a piedi. Questa volta l’intento di Worsley era ben più complicato: voleva attraversare l’Antartide completamente solo, a piedi, senza la benché minima assistenza, escludendo dalla spedizione perfino i cani che solitamente vengono adoperati per trainare le slitte. A detta della Bbc la sua impresa non era lontana dal concretizzarsi: Worsley infatti è arrivato ad un passo dalla meta, prima di arrendersi alle necessità di un fisico troppo indebolito e di richiedere l’intervento dei soccorsi. Worsley, come riporta l’Ansa, si è visto costretto a lanciare un sos quando mancavano soltanto 48 km al traguardo, una distanza irrisoria dopo oltre 71 giorni di cammino alla mercè di temperature di gran lunga inferiori ai 40 gradi sotto zero e delle raffiche gelide dell’Antartide. Worsley, che era un ex militare, è morto per “sfinimento e disidratazione”, nonostante l’intervento dei soccorsi medici, che hanno fatto di tutto per salvarlo trasportandolo alla Clinica Magallanes a Punta Arenas in Cile. L’obiettivo di Worsley era quello di raccogliere dei fondi con la sua impresa da destinare alla Endeavour Fund, gestita dai reali britannici William e Harry e impegnata nell’assistenza di soldati malati e feriti. Proprio il Duca di Cambridge, parlando anche a nome del fratello, ha espresso tutto il proprio cordoglio per la scomparsa di Worsley; queste le sue parole riportate dall’Ansa:”Aveva mostrato grande coraggio e determinazione e siamo incredibilmente orgogliosi di aver collaborato con lui. Abbiamo perso un amico ma resterà una fonte di ispirazione per tutti noi“.