Il 18 settembre la Chiesa Catolica ricorda la figura di San Giuseppe da Copertino, il cui vero nome era Giuseppe Maria Desa, nato nel 1603 a Copertino in provincia di Lecce da un famiglia piuttosto agiata. Il padre, Felice, era un apprezzato artigiano abile nella costruzione dei carri della zona ma si racconta che a seguito di un suo investimento sbagliato la famiglia cadde in disgrazia e che Giuseppe dovette nascere in una stalla. Le difficoltà non finirono qui visto che dopo pochi anni Felice morì per il dispiacere di quanto successo, lasciando la propria amata sola a doversi prendere cura di ben sei figli tra cui Giuseppe, il più piccolo. Così anche lui dovette presto darsi da fare per aiutare la famiglia, cominciando a lavorare presso un negozio come garzone. Su di lui inoltre pendeva una molto discutibile sentenza del Tribunale di Napoli secondo cui Giuseppe, essendo l’unico maschio delle famiglia, una volta divenuto maggiorenne avrebbe dovuto lavorare gratuitamente presso la persona verso cui il padre aveva contratto il debito. Così, per sfuggire a tale incombenza Giuseppe decise di diventare frate. Purtroppo, a causa delle notevoli lacune che possedeva per non aver potuto studiare, non fu accolto presso il Convento dei Frati Francescani ubicato nei pressi di Copertino. Altri due rifiuti simili nella sostanza gli furono comminati sia dal Convento dei Francescani Riformati che da quello dei Cappuccini di Martina Franca, sempre in Puglia. Dopo quest’ultimo rifiuto Giuseppe dovette ritornare a casa dove tuttavia non fu accettato dalla madre, palesemente contrariata per la sua incapacità. Tuttavia, grazie allo zio paterno che fece presente la sua situazione con la sentenza del Tribunale di Napoli, fu accettato al Convento dei Frati Francescani. Finalmente all’età di 22 anni nell’anno 1625 fu accettato dal convento diventando frate laico. Dopo un po’ di tempo Giuseppe espresse la propria volontà di voler diventare sacerdote e per fare ciò occorreva che si mettesse a studiare. Incontrò numerose difficoltà nel capire i brani del Vangelo ma fortunatamente il giorno dell’esame il Vescovo, prendendo in maniera casuale un brano dal Vangelo, scelse l’unico che Giuseppe aveva effettivamente imparato. Giuseppe superò poi anche il secondo esame, molto più duro, e alla fine il 4 marzo 1628 fu ordinato sacerdote. Durante il suo sacerdozio si fece apprezzare per la semplicità d’animo, per la bontà e per le difese che prendeva verso i più deboli quando questi erano vittime di soprusi. Ad un certo punto della propria vita si manifestarono in maniera molto più marcata dei segni soprannaturali che per la verità lo avevano sempre contraddistinto ma di cui nessuno aveva fatto caso più di tanto.
Giuseppe mostrava in maniera marcata estasi e lievitazioni davvero sorprendenti. Non vi fu dubbio alcuno sui miracoli di San Giuseppe Copertino anche perché queste manifestazioni spesso si palesavano alla presenza di tantissimi fedeli e durante la celebrazione della Santa Messa. Questo portò dei problemi per San Giuseppe in quanto fu mandato da un convento all’altro proprio perché veniva considerato un problema per i propri fratelli e per il priore. Per verificarne la veridicità fu convocato dall’Inquisizione di Napoli, dove alla presenza di giudici fu colto da una estasi che lo scagionò dalle accuse che gli erano state mosse. Tuttavia fu mandato in luogo isolato dove non potesse avere contatto con la gente e animare leggende sul proprio conto. Infine, Papa Alessandro VIII mise fine alle sue pene e lo invio nel Convento di Osimo dove poi morì il 18 settembre 1163. Il processo di beatificazione ebbe termine con Papa Benedetto XIV il 24 febbraio 1753 e poi fu innalzato agli onori degli altari il 16 luglio 1767 da Papa Clemente XIII che lo promulgò Santo. Il suo corpo è stato sepolto in una chiesa a lui dedicata ad Osimo dove visse gli ultimi sette anni.