Era atteso da giorni l’intervento dell’inviato speciale dal Vaticano a Medjugorje, il vescovo Henryk Hoser, chiamato direttamente dal Papa per acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale del paesino bosniaco, divenuto un centro mariano tra i più frequentati del mondo. In una lunga intervista ad Aleteia, il porporato racconta il suo viaggio: «Non dovremmo affatto preoccuparci! La Chiesa non si è ancora espressa sull’autenticità delle apparizioni. Dovremmo attendere con calma la posizione definitiva. Non è certo la prima volta in cui la Chiesa è lenta nel prendere una decisione, soprattutto per il fatto che la forma delle apparizioni mariane a Medjugorje è significativamente diversa da quella delle apparizioni precedenti ben note». Partirà tra qualche giorni, anche se alcuni mormorano sia già andato in incognito nella cittadina bosniaca per raccogliere qualche informazione utile alla sua missione; «non sono uno 007, tutt’altro. Ogni anno il santuario viene visitato da due milioni-due milioni e mezzo di pellegrini provenienti da tutto il mondo. E’ diventato un luogo carismatico. Il fatto che Medjugorje venga visitata da tanti fedeli, che senza dubbio ne traggono un arricchimento personale, è una cosa da tenere bene a mente». Secondo Hoser al di là del pronunciamento della Chiesa Cattolica riguardo le apparizioni della Madonna – di cui lui non entrerà nel merito, esiste già una commissione a riguardo – il suo compito prevederà: «la questione non cambierà nulla dell’insegnamento della Chiesa sul culto mariano. Se a Medjugorje si è sviluppato il culto mariano, se vi arrivano folle così imponenti, è un posto in cui il culto mariano si rafforzerà: la Madre di Dio può essere venerata ovunque, soprattutto nei luoghi in cui questa venerazione è così feconda, come sentiamo da tante testimonianze».
Sul caso delle apparizioni a Medjugorje della Madonna, negli ultimi mesi è stata molto accesa, e in alcuni momenti anche molto aspra, la discussione tra i detrattori dei veggenti e chi difende il fenomeno che da oltre 25 anni accade in un paesino della Bosnia. Il Cardinale Gerhard Mueller, Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, in un colloquio con l’Ansa ha commentato così: «Alcuni esagerano l’importanza di questi fenomeni, come se fosse quasi un dogma. Anche quando la Chiesa si è dichiarata a favore di eventi di questo genere nessun cattolico è obbligato ad andare là o a crederlo», sottolinea Muller. «Per una pronuncia del Vaticano ci vuole tempo, in questo momento è più importante regolare la pastorale, le confessioni». Proprio in questi giorni l’inviato speciale di Papa Francesco, l’arcivescovo di Varsavia-Praga Hoser, chiamato ad approfondire le conoscenze di questa realtà e soprattutto le esigenze dei fedeli che giungono in pellegrinaggio. «Il futuro della Chiesa non dipende né da Medjugorje né da conosciuti santuari come Fatima o Lourdes: aiutano, possono aiutare a fare più presente il messaggio della penitenza per il mondo di oggi ma la fede è quella che si vive nella vita quotidiana “nella famiglia, nel lavoro, nella parrocchia». Su tutti però, ha fatto scalpore la dichiarazione del vescovo di Mostar (diocesi di Medjugorje) che è tornato ad attaccare i veggenti nel programma di Mediaset, Mattino 5. «La figura femminile che sarebbe apparsa si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna. Quella lì non è la madre di Gesù insomma, e anche i messaggi dei veggenti sono molto contestabili», afferma il vescovo Peric, «Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: la Madonna non è apparsa a Medjugorje!», aveva invece scritto come conclusione del suo studio intitolato «Le “apparizioni” dei primi sette giorni a Medjugorje». Il caso rimane aperto e sarà la Chiesa Cattolica a dover dare un giudizio, con calma e senza pressioni, sul fenomeno particolare del santuario di Medjugorje.