Marco, 18 anni, è affetto dalla sindrome di Down. Legge alla mano, non può frequentare la scuola superiore come tutti i suoi coetanei: i regolamenti scolastici non lo prevedono. Per essere precisi, è la circolare ministeriale numero 96 del 2012 a sbarrargli le porte del liceo, ma soprattutto a precludergli tutte le esperienze che quei cinque anni possono racchiudere e significare per un ragazzo tutto da farsi. Entrando nel (burocratico) merito, viene impedita l’iscrizione alla primo anno delle superiori agli studenti che al momento dell’inizio dell’anno scolastico abbiano già raggiunto il diciottesimo anno. Marco ha proprio compiuto il diciottesimo compleanno a ottobre scorso. Ma lui a scuola vorrebbe andarci, checché ne dicano circolari e regolamenti vari. Il ragazzo non può frequentare i corsi serali perché “glielo impediscono altri problemi di salute” come fanno sapere la madre e il padre, oltre a ritenerla una soluzione discriminatoria e penalizzante.
Renato e Lucia, genitori di Marco, con l’appoggio dell’associazione di volontariato “CommaTre” (presieduta da Simona Colucchio), che lavora e combatte battaglie quotidianamente a fianco dei disabili, hanno scritto una lettera alle più alte cariche istituzionali nazionali e regionali, oltre che al direttore dell’ufficio scolastico calabrese e al dirigente scolastico dell’istituto scientifico “Zeleuco” di Roccella Ionica, responsabile primo della sede staccata di Gioiosa Jonica, nel Reggino, al quale Marco non è stato iscritto per il motivo sopracitato. Queste le risentite parole dei genitori nella lettera: “Vogliamo capire il motivo per il quale nostro figlio non può frequentare la scuola superiore. Marco esce dalla scuola secondaria di primo grado e, nonostante la richiesta avanzata non viene iscritto alla secondaria di secondo grado, liceo scientifico di Gioiosa Ionica”. E continua: “Pare che il motivo sia da individuare nel fatto che abbia già compiuto i 18 anni” facendo appello e riferimento alla legge numero 104 del 92 che reca per l’appunto “disposizioni in materia di assistenza, integrazione sociale e tutela dei diritti delle persone handicappate” e, nero su bianco, afferma che “è garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie”.
I genitori fanno sapere che non si daranno certamente per vinti, e che per il bene e l’amore di Marco lotteranno con forza affinché loro figlio possa frequentare regolarmente il primo anno di liceo. “Finché ciò non avverrà avvieremo eclatanti azioni di protesta, che ci porteranno ad incatenarci ad oltranza al cancello della scuola”. “CommaTre”, forte che “sull’argomento si è espressa più volte la Corte Costituzionale” sancendo “il diritto pieno ed incondizionato, neppure da limiti di età, degli alunni con disabilità a frequentare regolarmente la scuola superiore mantenendo tutti i diritti”, si augura una risoluzione positiva della contesa. Puntuale è arrivata la risposta dell’ufficio scolastico regionale che chiarisce “che è stata semplicemente applicata la legge, la quale in materia è molto chiara”, ma la questione rimane aperta e sarà approfondita per cercare di dare a Marco il calore di una classe e le esperienze che ogni liceale (o aspirante tale) si merita di avere.