Il 14 marzo la Chiesa Cattolica commemora e ricorda Beato Giacomo Cusmano, un sacerdote che nel corso della propria vita terrena si è distinto per il suo grande senso di carità e l’enorme supporto che ha saputo dare alle persone più bisognose e ai poveri. Giacomo Cusmano nacque il 15 marzo 1834 nella città di Palermo, in Sicilia, da un famiglia piuttosto ricca e proprietaria di diversi ettari di terra. Suo padre era un agrimensore, si occupava di effettuare delle misure planimetriche di tutte le superfici agrarie, mentre la mamma proveniva a sua volta da una famiglia benestante di professionisti di vari settori. La sua era una famiglia piuttosto grande (aveva quattro fratelli) e devota nei confronti della religione cattolica. Purtroppo perse la madre quando non aveva che tre anni di età, per via del colera che in quel periodo storico fece tantissime vittime a Palermo e un po’ in tutta la Sicilia. Il padre, dovendolo crescere da solo insieme ad altri quattro figli, optò per una educazione particolarmente attenta verso i dettami proposti dai principi del cristianesimo, tant’è che ancora giovanissimo in lui la fede e il senso di carità erano molto forti. Si racconta che sua zia e sua sorella, per non permettergli di dilapidare parte dei propri averi, dovevano tenere sotto chiave alcuni oggetti, perché non appena vedeva passare un povero mendicante nelle vicinanze della propria abitazione gli offriva in dono qualcosa.
A partire dal 1841 e per dieci lunghi anni Giacomo frequentò la scuola dei padri Gesuiti dove praticamente incominciò il proprio percorso rivolto verso una vita religiosa e consacrata al Signore. Tuttavia questi non furono anni semplicissimi per lui, anche per via della continua instabilità politica dell’epoca con i cosiddetti moti rivoluzionari del 1848 che diedero vita a una vera e propria altalena di Governi durante la quale la sua scuola arrivò a essere chiusa per circa un anno. In ragione di queste difficoltà e del proprio amore verso le opere missionarie richiese di partecipare a una missione nella zona di Napoli. Secondo alcuni racconti, pare che questo gli fu impedito da un uno dei suoi fratelli che con estrema forza e durezza lo fece ritornare suoi propri passi tra l’altro riaccompagnandolo a casa del padre.
Terminati gli studi, si iscrisse nel 1851 alla facoltà di medicina all’Università di Palermo. Ben presto però dovette avere a che fare con la morte del padre avvenuta nel 1852: dopo che il fratello maggiore si sposò andando a vivere in tutt’altra zona, Giacomo dovette prendersi cura anche dell’azienda agricola. I contadini che ebbero modo di lavorare per lui ne tessevano le lodi per la grande umanità che aveva e il grande rispetto che portava nei loro confronti, mostrandosi come un amico e non come un padrone di vecchio stampo. Nonostante queste tantissime responsabilità, nel 1855 si laureò con il massimo dei voti e da quel momento in poi cominciò a dare aiuto soprattutto ai più poveri curandoli dalle malattie che con molta più facilità contraevano.
Il sogno di Giacomo era ripercorrere, con le dovute proporzioni, le orme di San Francesco D’Assisi. Tentò questa strada, ma molto presto si accorse come non fosse adatta al suo animo e al suo spirito e quindi decise di diventare un sacerdote dopo un solo anno di studi nel mese di dicembre del 1860.
Grande senso di umanità e di carità lo portarono a fondare nel 1867 l’associazione del Boccone del Povero, che aveva lo scopo di dare da mangiare a quanti non potevano permettersi un pasto quotidianamente. Un’opera molto importante che ottenne il benestare e la canonizzazione ufficiale da parte della Chiesa. Nel corso degli anni diede vita a due congregazioni, i Servi e le Serve dei poveri, aprì ospedali e centri per anziani. Insomma, fu promotore di una serie di iniziative davvero lodevoli e di grande supporto a livello sociale. Padre Giacomo Cusmano morì il 14 marzo 1888 a Palermo e fu canonizzato e quindi dichiarato Beato nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II.