Lo stop alla legge sulla protezione testimoni mette a serio rischio la vita di chi rientra nel programma. Ignazio Cutrò, il presidente dell’Associazione nazionale Testimoni di Giustizia ha le idee chiare in merito e non accetta che il disegno di legge rimanga bloccato ancora a lungo. “E’ una iattura che spero si possa scongiurare”, sottolinea infatti al Quotidiano di Ragusa, soprattutto perché si parla di un’attesa di quasi due mesi. La fiducia dei testimoni di giustizia nei confronti dello Stato appare quindi compromessa e “passa dal rispetto che Governo e Parlamento mostreranno nello scongiurare l’ennesima beffa”.
In un lungo intervento a Corriere Tv, Ignazio Cutrò ritorna a parlare del disegno di legge, evidenziando come sia necessaria per cambiare radicalmente il ruolo dei testimoni di giustizia. Soprattutto alla luce della sua esperienza personale, che dopo aver testimoniato contro la mafia, è stato obbligato a chiudere la sua azienda. Il progetto legislativo invece prevede la possibilità che chi collabora con le autorità e si schiera dalla parte della lotta contro la mafia possa proseguire a gestire la sua attività e professione senza dover gettare al vento qualsiasi sacrificio intrapreso nella vita. “L’Italia non merita i testimoni di giustizia”, prosegue nel suo intervento, “non merita le persone oneste che vanno a denunciare. La burocrazia è peggio della mafia”. Non è umano, a suo dire, un’attesa così lunga e ingiustificata, soprattutto perché si parla di intere famiglie bloccate a causa dello stop alla legge e non solo di un semplice ingarbugliamento della macchina governativa. Clicca qui per vedere l’intervista video a Ignazio Cutrò.