Uno studente su tre pensa che le violenze sessuali sono causate dagli atteggiamenti delle ragazze: è il risultato di un’indagine che sta facendo discutere. L’ha condotta il Cirsde, centro interdisciplinare ricerche e studi delle donne e di genere, che ha coinvolto quattromila studenti del Politecnico e dell’Università di Torino. Molti sono rimasti infastiditi dalla domanda se condividono o meno la seguente affermazione: «Una ragazza che si comporta come una “sgualdrina”, si sta mettendo nei guai». Secondo l’ateneo chi ha risposto sì imputa la colpa della violenza sessuale alla vittima, non a chi commette il reato.
Ma per molti studenti è un salto logico troppo forte e criticano il fatto che la ragazza sia associata ad una prostituta. Ma il punto è un altro: la domanda chiede se la ragazza se la stia andando a cercare? Mara Martini, assegnista di ricerca, difende la domanda, peraltro tradotta letteralmente dall’inglese: «L’etichetta sgualdrina è messa tra virgolette, è come se fosse appiccicata lì dall’intervistato. Il sotteso è che se una ragazza si comporta in modo disinvolto, non autorizza gli altri a pensare che sia disponibile».
C’è, però, un’altra domanda che dimostra la folta presenza di “giustificazionisti dello stupro“. Il 20% degli intervistati ha affermato che una violenza sessuale «si verifica quando un ragazzo non riesce a controllare il proprio impulso sessuale». In questo modo, però, lo stupro viene giustificato attraverso l’idea che gli istinti non possano essere controllati dalla ragione. L’indagine, inoltre, evidenzia che i ragazzi tendano a “giustificare”, mentre le ragazze sono più critiche.
Un altro risultato, ancor più inaspettato, dimostra che metà degli studenti difende lo status quo, cioè ritengono che le relazioni tra uomini e donne, e la divisione dei lavori domestici, siano eque. Quasi metà degli studenti non considera violenza mostrare immagini sessiste. I risultati di questa indagine allora fanno riflettere…