I motivi che hanno spinto la Guardia di Finanza a raggiungere il Centro direzionale di Napoli alla ricerca di documenti del Consiglio regionale della Campania non dipendono da quelli che stanno portando scompiglio nel Lazio e, anche se sequenza temporale potrebbe indurre a pensare il contrario, le due inchieste non sono collegate. Anche l’oggetto non coincide perfettamente: mentre nel Lazio si scava nell’uso dei soldi dei gruppi consiliari da parte di componenti del solo Pdl, in Campania sono sotto la lente le modalità di spesa di tutti e nove i gruppi di un Consiglio che conta 60 membri con 88 collaboratori diretti e 15 commissioni con 75 addetti. Non c’è stato l’effetto domino ma il problema resta.L’indagine, condotta dal pubblico ministero Giancarlo Novelli sotto la direzione del procuratore aggiunto Francesco Greco, è alle prime battute e nasce dall’interesse della magistratura per una vicenda di reati contro la pubblica amministrazione nella quale sarebbe coinvolto un consigliere il cui nome è coperto da segreto. A far scattare la molla per l’allargamento del campo d’azione sarebbero state alcune intercettazioni telefoniche dalle quali si ricaverebbe materiale utile a far sospettare un uso non proprio dei fondi attribuiti al funzionamento del Parlamentino regionale secondo un’ipotesi di accusa che si sostanzierebbe nel peculato. L’incidente di percorso sembra lasciare sereno il presidente dell’Assemblea Paolo Romano (Pdl) che rilascia dichiarazioni rassicuranti e ricorda come quest’anno per l’insieme dei consiglieri si preveda una spesa di 860mila euro inferiore a quella dello scorso anno. Non è molto, ma già un segno di buona volontà. A ogni buon conto, tuttavia, Romano convoca per il prossimo mercoledì 26 settembre una riunione del Consiglio mettendo all’ordine del giorno un nuovo regolamento per la ripartizione dei fondi tra i gruppi per il cui funzionamento oggi si spendono quasi 4,5 milioni di euro (4.494.891,00 per l’esattezza). Questo capitolo si divide in tre voci: spese per i gruppi propriamente dette (1.585.891,00 euro), risorse per l’assistenza all’attività dei gruppi (1.891.000,00) e fondi per la comunicazione (1.523.000,00 euro).
E’ tra queste cifre che si nasconderebbe il baco che gli inquirenti cercherebbero di stanare. Il bilancio complessivo del Consiglio è di 72.470.000,00 euro la cui posta più rilevante riguarda il personale con 32.299.723,76 euro. Seguono gli organi (19.367.750,00), il funzionamento di uffici e servizi (13.423.000,00), le uscite istituzionali (1.776.635,24), un fondo di riserva (1.050.000,00) e una magra rappresentanza (58.000,00). Sulla vicenda interviene anche il governatore Stefano Caldoro che fa dell’understatement il suo stile di vita e assicura il “Pieno sostegno delle istituzioni nei confronti delle autorità giudiziarie e la massima collaborazione con il presidente del Consiglio regionale”. “Abbiamo garantito risanamento e rigore – afferma -: i numeri, più di ogni altra cosa, lo testimoniano”.