Santo del giorno di oggi, 18 ottobre 2011, san Luca evangelista – Oggi 18 ottobre la Chiesa celebra la festa di san Luca evangelista, colui che Dante definisce “scriba della mansuetudine di Cristo”.
Non è annoverato tra i settantadue discepoli che Gesù invia a due a due per la loro prima missione, ma la liturgia sceglie una omelia di Gregorio Magno per ricordare la sua figura di compagno di Barnaba, di Paolo, brevemente anche di Pietro, di Giacomo e di Marco. Il Signore manda i discepoli a due a due a predicare per indicarci tacitamente che non deve assolutamente assumersi il compito di predicare chi non ha la carità verso gli altri. Così il papa benedettino commenta il Vangelo di oggi, nel quale Gesù raccomanda anche di pregare il padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe. Pregate voi per noi, perché siamo in grado di operare per voi come si conviene; perché la lingua non resti inattiva nell’esortare, e il nostro silenzio non condanni, presso il giusto giudice, noi che abbiamo assunto l’ufficio di predicatori.
Ben a ragione può dirsi che san Luca abbia svolto il suo compito di predicatore: due sono i libri da lui composti, il terzo vangelo e gli Atti degli Apostoli.
Una lunga tradizione lo vuole nativo di Antiochia, proveniente da una famiglia pagana e medico di professione. Probabilmente diviene cristiano verso il 40 ed è discepolo di Paolo, che accompagna a Filippi, Gerusalemme e Roma. Le sue opere sono indirizzate alle comunità fondate da Paolo, cioè a chi si era convertito dal paganesimo. Sono scritte in greco, con uno stile semplice ed elegante, che mostra la cultura dell’autore. La data di composizione degli Atti viene fatta risalire al 63-64, quella del Vangelo a un anno o due prima. Luca è l’unico degli evangelisti che si sofferma sull’infanzia di Gesù. Per questo si suppone che, oltre alle fonti che aveva a disposizione, come gli altri vangeli e i racconti orali dei discepoli del Maestro, egli abbia avuto il singolare privilegio di farsi raccontare da Maria stessa alcuni episodi familiari che narra con precisione nei suoi primi capitoli.
L’influsso di san Paolo è costante nel suo pensiero, che pone in luce l’universalità della salvezza. La predilezione verso i poveri, le parabole della misericordia riflettono la sua sensibilità verso gli ammalati e i sofferenti.
Nulla di preciso si sa della sua vita dopo la morte di Paolo. Alcuni studiosi ritengono che egli abbia abitato in Beozia, altri in Bitinia. Sarebbe morto a ottantaquattro anni, senza essersi mai sposato e senza avere avuto figli. Ignoto è anche il luogo della sua sepoltura.