Con la condanna in via definitiva a 20 anni di reclusione, Salvatore Parolisi è stato definito ufficialmente l’assassino della moglie Melania Rea, uccisa sei anni fa con oltre 30 coltellate. E’ il fratello Michele Rea ad averla ricordata in occasione del triste anniversario che è ricorso nei giorni scorsi e nel corso del quale ha rivolto il suo pensiero soprattutto alla nipotina Vittoria. La piccola, per volere del giudice, non potrà più vedere il padre ritenuto dalla legge un assassino spietato. “Abbiamo scritto pagine e pagine di sentenze e abbiamo ottenuto la soddisfazione di conoscere l’assassino di Melania e abbiamo ottenuto giustizia per lei e per la piccola Vittoria che è quella che ha sofferto di più per quanto accaduto”, così ha commentato Michele al Corriere Adriatico, dopo aver ricordato i tragici momenti che hanno segnato la sua vita, quando cioè fu informato del ritrovamento del corpo dell’amata sorella. “È come se il tempo si fosse fermato a quel tragico 18 aprile del 2011”, ha asserito. Un periodo di festa poiché ricorreva anche allora la Santa Pasqua, spezzato per sempre da una morte tragica e violenta.
La vita di Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore dell’Esercito, dopo il delitto di Melania Rea è stata tutta in salita. L’uomo, lo scorso luglio è stato condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione per l’uccisione della moglie con oltre 30 coltellate. Un omicidio efferato, consumatosi esattamente sei anni fa, il 18 aprile 2011. La Corte di Cassazione ha così confermato la condanna già inflitta all’uomo in secondo grado. Dopo il trasferimento presso un militare civile, e che ha fatto perdere a Parolisi tutti i “confort” di cui aveva goduto durante il periodo di reclusione, l’uomo è stato anche degradato e la piccola Vittoria, la figlia avuta da Melania Rea e che quasi certamente assistette all’omicidio della madre, è stata affidata alla famiglia materna. Lo scorso 13 aprile, tuttavia, come rivelava il sito di Chi l’ha visto, Tribunale per i minorenni di Napoli ha dichiarato Salvatore Parolisi “decaduto dalla civile responsabilità genitoriale” sulla figlia”. Una nuova battuta di arresto, dunque, nella vita di colui che per la giustizia italiana è stato l’assassino della donna di Somma Vesuviana e che oggi si vede privato anche della podestà genitoriale e della possibilità di poter anche solo vedere la figlia.
Lo scorso 18 aprile per la famiglia di Melania Rea è stata una triste data. La giovane mamma di Somma Vesuviana nel medesimo giorno di sei anni prima fece misteriosamente perdere le tracce di sé, per poi essere trovata priva di vita, due giorni dopo, nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella. Ad ucciderla, furono oltre 30 coltellate, secondo la giustizia italiana inflitte per mano del marito Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore e recentemente condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione per l’uccisione della moglie, dalla quale aveva avuto la piccola Vittoria. In occasione del drammatico anniversario, al Corriere Adriatico è intervenuto il fratello di Melania Rea, Michele, da sempre in prima linea affinché sia fatta giustizia sul terribile caso di femminicidio. “Sono passati sei anni, ma è sempre come il primo giorno”, ha commentato con un filo di voce, rotta dalla commozione. Il tempo, per l’intera famiglia Rea, si è fermato a quel tragico 18 aprile 2011, quando fu ufficializzata la scomparsa della donna. I ricordi nel fratello Michele sono vividissimi, nonostante siano ormai trascorsi sei lunghi anni e malgrado le vicende giudiziarie che hanno visto protagonista Salvatore Parolisi. “Ricordo ancora quando mi arrivò la telefonata che avevano ritrovato il corpo di mia sorella così come il momento del riconoscimento e poi tutto quello che ne è scaturito”, ha aggiunto.
Dopo lunghe pagine di sentenze, i familiari di Melania Rea hanno finalmente conosciuto il nome dell’assassino della loro cara: Salvatore Parolisi. “Abbiamo ottenuto giustizia per lei e per la piccola Vittoria che è quella che ha sofferto di più per quanto accaduto”, ha commentato Michele Rea. Oggi, la piccola Vittoria, figlia di Melania e Salvatore, è felice, insieme ai nonni ed agli zii materni. Ha sette anni e frequenta la seconda elementare. Così la descrive zio Michele: “E’ una bambina solare e vogliamo che rimanga tale a cui vogliamo dare una famiglia normale, sebbene sarà sempre diversa perché la bambina dovrà crescere senza la madre e neppure il padre”. Proprio il padre, Salvatore Parolisi, ha di recente perso la sua ultima battaglia giudiziaria in quanto nei giorni scorsi si è espresso il giudice del tribunale dei minori di Napoli, bocciando il ricorso presentato dai legali dell’uomo condannato sulla possibilità di vedere sua figlia Vittoria. Il tribunale ha così stabilito che l’ex caporalmaggiore dell’Esercito non potrà mai più rivedere né avere contatti con la bambina. Vittoria, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era presente al momento del delitto di Melania Rea, all’interno dell’auto. Attualmente, Salvatore Parolisi sta scontando la sua condanna a 20 anni di reclusione nel penitenziario di Marino del Tronto.