Israele replica duramente alle prese di posizioni sulla questione palestinese del Sinodo mediorientale
Dura la reazione israeliana al messaggio conclusivo del Sinodo mediorientale che ha chiesto alla Comunità internazionale e all’Onu di far sì che si concluda l’occupazione di Israele nei territori palestinesi, così come prevedono diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite. Il Sinodo, inoltre, aveva chiesto agli israeliani di non fare della Bibbia «uno strumento a giustificazione delle ingiustizie». Benedetto XVI, auspicando la pace per il Medioriente, ha sottolineato, poi, che «Dio renderà soddisfazione ai giusti».
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Israele ha replicato duramente al Papa e al Sinodo mediante il ministro degli Esteri Danny Ayalon. Secondo il ministro il Sinodo sarebbe stato «preso in ostaggio da una maggioranza anti-israeliana». Le dichiarazioni del Papa sono state paragonate ad «attacchi politici nel segno della migliore tradizione della propaganda araba». In merito alle dichiarazioni di monsignor Cyrille Salim Bustros, arcivescovo greco-melchita della diaspora cristiana negli Stati Uniti che ha scritto il messaggio conclusivo del Sinodo – sostenendo che Israele utilizza il concetto di Terra Promessa per «espellere i palestinesi» – il ministro a chiesto al Vaticano di prendere le distanze e chiarire come «non rappresentino la posizione ufficiale del Vaticano».
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