Arriva la conferma di quanto paventato e rilanciato questa mattina dalla stampa: in quel maledetto 20 maggio scorso, Fausto Filippone ha sedato la sua piccola figlia Ludovica prima di spingerla sotto il viadotto della A14 vicino a Francavilla: gli esami tossicologici effettuati su entrambi i corpi ritrovati sotto il viadotto conferma che la piccola aveva ingerito un quantitativo assai importante di psicofarmaci, in particolare le benzodiazepine. Resta da capire però cosa ci stessero a fare una siringa e un bicchiere di plastica con 50 grammi di cocaina all’interno dell’auto di Filippone: l’ipotesi resta quella che anche il Filippone abbia preso qualche stupefacente per poter “sostenere” il peso della follia che stava per effettuare, dopo aver ucciso anche la moglie (nel cui corpo non sono state ritrovate tracce di alcuna sostanza). Il problema è che, dai primi risultati emersi del medico legale Cristian D’Ovidio, pare che all’interno del corpo dell’imprenditore non siano stati trovati quantitativi di droghe: il mistero resta, mentre il dolore per la strage non diminuisce.. (agg. di Niccolò Magnani)
LA FIGLIA È STATA DROGATA?
Si infittisce ulteriormente la tragedia familiare che ha portato Fausto Filippone, il manager di Francavilla, ad uccidere la moglie e la figlia Ludovica di 10 anni senza un apparente motivo, prima di lanciarsi a sua volta nel vuoto da un viadotto della A14. Stando a quanto riferito da Il Corriere della Sera, una delle ipotesi formulate dagli inquirenti è che anche la bambina possa essere stata drogata prima di essere gettata dal cavalcavia. Si spiegherebbe in questo modo uno dei dettagli più inquietanti riportati dai testimoni che hanno assistito alla prima parte della tragedia di Francavilla, tutti concordi nel descrivere uno stato di apparente “immobilità” della bambina. La piccola, dai racconti emersi in questi giorni, non avrebbe opposto alcuna resistenza al papà che la portava al di là della barriera: evidentemente non era nelle condizioni di farlo…(agg. di Dario D’Angelo)
FILIPPONE, TROVATA COCAINA NELL’AUTO
Come riportato da Il Messaggero e dal Corriere della Sera, si aggiunge un colpo di scena nel delitto della famiglia Filippone, col padre Fausto che in due diversi momenti ha ucciso prima la moglie e poi la figlia di 10 anni, per poi suicidarsi gettandosi da un viadotto autostradale. E’ stata infatti ritrovata della cocaina nell’automobile dell’omicida, per la precisione è stato rilevato un bicchiere di plastica all’interno dell’abitacolo con cinquanta grammi di una polvere bianca che, ad un prima analisi svolta dalla polizia scientifica, ha evidenziato la presenza di cocaina ma anche un’altra sostanza supefacente. Inolte all’interno dell’automobile è stata trovata una siringa usata per iniettarsi una sostanza che, ancora all’interno, non è stata per il momento identificata. Crescono dunque fortemente i sospetti che Filippone abbia compiuto il terribile duplice delitto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
AL LAVORO ANCHE UN TECNICO INFORMATICO
Si sta lavorando sulla rilevazione dei reperti, del caso si sta occupando la Procura della Repubblica di Chieti, attraverso il sostituto procuratore Anna Lucia Campo. E’ stata richiesta una consulenza sugli oggetti, la siringa e il bicchiere con la sostanza contenente cocaina, trovati all’interno della macchina di Fausto Filippone, una Bmw X1, che è stata passata al setaccio in seguito al gesto suicida dell’uomo, che prima di lanciare la figlia dallo stesso viadotto aveva fatto lo stesso con la moglie, dal balcone di una casa di proprietà della famiglia Filippone. E’ stato richiesto dagli inquirenti anche l’intervento di un tecnico informatico, Davide Ortolano, per cercare di recuperare tutti i dati contenenti nel telefono cellulare di Fausto Filippone e in quello della moglie, Mariana Angrilli: quest’ultimo era ancora nella tasca di Filippone dopo l’ultimo, fatale salto dal viadotto dell’uomo.