Il 22 marzo la Chiesa Cattolica celebra il Beato Clemente Augusto Von Galen (Clemens August von Galen). Nacque nel castello di famiglia a Dinklage, nei pressi della città di Oldenburg, nella Bassa Sassonia il 16 marzo 1878. La sua era una famiglia nobile e molto devota, il padre conte Ludwig Von Galen e la madre contessa Elisabeth von Spee ebbero molti figli. Il giovane Clemente era l’undicesimo di tredici. Dopo avere compiuto gli studi classici, seguendo la sua forte vocazione, il giovane conte Von Galen venne ordinato sacerdote a Münster, il 28 maggio 1904. Cominciò così una lunga attività che lo vide protagonista di anni difficili per la Germania e per l’Europa intera, la Prima Guerra Mondiale, il dopoguerra, la ricostruzione, gli anni della tormentata Repubblica di Weimar e l’affacciarsi e poi il consolidarsi dello spettro del nazionalsocialismo hitleriano. Fu nominato vescovo di Münster il 28 ottobre 1933 scegliendo come suo motto d’elezione Nec Laudibus, Nec Timore (né con le lodi, né con la minaccia [devio dalle vie del Signore]). Il vescovo Von Galen fu da subito un fiero e instancabile oppositore del regime nazionalsocialista. Già durante la Quaresima del 1934, nella sua prima lettera pastorale egli denunciò l’ideologia nazionalsocialista come pagana, e ancora nella primavera del 1936, in una predica tenuta nel duomo di Xanten accusò il regime di imprigionare e discriminare i cristiani a causa della loro fede. Ma fu il con tre prediche che divennero famose e furono ascoltate in tutta la Germania e diffuse anche all’estero, che si tennero la prima dal pulpito della chiesa di San Lamberto il 13 luglio 1941, e poi la seconda nella chiesa di Nostra Signora in Überwasser a Münster il 20 luglio 1941, e poi la terza nella stessa chiesa il 3 agosto 1941, che il vescovo Von Galen denunciò apertamente Hitler di sterminare sistematicamente i minorati mentali e fisici a causa delle loro menomazioni, in nome del principio abominevole dell’eutanasia di stato. Il programma contro cui il vesvov si scagliava era quello tristemente famoso denominato Aktion T4. il progetto prevedeva l’uccisione, sotto controllo medico di persone affette da malattie genetiche, malformazioni fisiche, malattie mentali. Il programma veniva attuato in conseguenza dei principi dell’eugenetica e dell’igiene razziale, propugnati dall’ideologia nazista. Quello sterminio, disse il vescovo nelle sue omelie, era la negazione del principio dettato da Dio del non uccidere. Le prediche di Von Galen non furono riprese dalla stampa nazionale, già completamente asservita al regime, ma ebbero una risonanza enorme e in proprio a causa del clamore suscitato Hitler ufficialmente sospese il programma di uccisioni legalizzate Aktion T4.
In realtà il programma restò in vigore ufficiosamente e terminò solo nel 1945, uccidendo complessivamente circa 200.000 persone. Il regime non dimenticò l’affronto subito, e non potendo agire direttamente contro il prelato per non scatenare la reazione del popolo e dei vertici ecclesiastici, reagì cominciando una manovra di isolamento dell’uomo, arrestando prima i suoi collaboratori e poi anche coloro che ascoltavano le sue parole e che diffondevano i testi delle sue prediche. Vennero arrestate centinaia di persone, tra cui anche prelati, molte delle quali morirono nei campi di concentramento. La sua fama di oppositore del regime si diffuse anche all’estero: nel 1942, mentre il conflitto infuriava e viveva i suoi momenti più dolorosi per le popolazioni coinvolte, il New York Times definì nelle sue pagine il vescovo Von Galen come “l’oppositore più ostinato del progetto nazista”. Ancora alla fine della guerra il Leone di Münster, come venne soprannominato dalla folla che lo acclamava, si scagliò a difesa del suo popolo anche contro l’occupazione da parte delle truppe alleate. Fu Papa Pio XII che lo elevò alla dignità cardinalizia nel concistoro del 21 febbraio del 1946. Nel discorso che tenne al suo ritorno da Roma, appena nominato cardinale, il Leone di Münster ringraziò con vera commozione i suoi fedeli e tutto il popolo della Westfalia e della Germania riconoscendo che il regime lo avrebbe sicuramente ucciso se egli non avesse avuto intorno a se un sostegno e un affetto così sinceri da fare temere a Hitler di perdere il consenso della regione e da farlo così desistere dall’orrendo omicidio. Il cardinale Von Galen morì poco dopo il suo ritorno in patria, il 22 marzo 1946, all’età di 68 anni. Fu dichiarato venerabile da Papa Giovanni Paolo II il 20 dicembre 2003 e beatificato da Papa Benedetto VXI il 9 ottobre 2005.