L’esame di maturità non cambia: restano i commissari esterni. La modifica è saltata nella stesura finale della Legge di Stabilità. Già dal 2015, come era stato previsto prima del cambio di direzione, l’esame doveva avvenire con una commissione composta da sei commissari interni, ad eccezione del presidente. Una proposta che avrebbe consentito di risparmiare 147 milioni di euro, tranne il costo per i presidenti esterni di circa 40 milioni. Ma con la marcia indietro del governo, tutto rimarrà immutato: la commissione sarà composta da tre commissari esterni e da tre membri interni e il presidente. Una decisione che toccherà gli studenti che speravano di sostenere l’esame con i propri professori, piuttosto che con docenti esterni. La Disal, Associazione professionale Dirigenti Scuole Statali e Paritarie, aveva proposto di abolire completamente l’esame di Stato, reputato «un rito bizantino ormai antiquato a cui non crede più né il mondo delle università, né il mondo del lavoro». Intanto dopo l’annuncio della novità del ritorno ai commissari interni, era partita su Change.org una petizione al fine di fermare il ministero, alla quale hanno aderito professori, uomini di cultura e associazioni. «Se ciò troverà conferma nel testo definitivo della Legge di Stabilità non potremo che accoglierla positivamente, perché – ha dichiarato la Gilda – la modifica della Maturità prevista dalla bozza, con l’impiego di soli commissari interni senza alcuna retribuzione aggiuntiva, rappresenterebbe soltanto un ulteriore taglio sulla pelle dei docenti». (Serena Marotta)