Il 26 gennaio si celebra la memoria di San Timoteo vescovo e martire. Il nome del santo deriva dalla lingua greca e significa “colui che onora Dio”. Vissuto all’epoca di San Paolo di Tarso, San Timoteo fu destinatario di due lettere del santo, entrambe inserite nel Nuovo Testamento. Numerosi sono gli altri riferimenti che San Paolo fa di lui nelle sue lettere e quelli presenti negli atti di Luca. San Timoteo nacque in Asia, da madre giudea e padre greco. Il fatto di avere origini greche gli permise di avere maggiori possibilità di farsi ascoltare, nella diffusione della parola di Dio, dai pagani. La conversione al cristianesimo di Timoteo, al quale furono in seguito avvicinate anche la madre e la nonna, avvenne nel corso del primo viaggio di fede verso Listra, dove conobbe San Paolo, nell’anno 47 circa. Insieme attraversano tutta l’Asia fino a toccare la terra di Macedonia. Qui avvenne l’arresto di San Paolo per la sua opposizione allo sfruttamento di una giovane donna e le strade dei due santi si separano fino a quando San Timoteo ritrova San Paolo ad Atene. Questo incontro condusse Timoteo ad un nuovo viaggio missionario, quello per Tessalonica, città che stava perdendo la fede e che San Paolo credeva potesse essere riportata sulla retta via proprio dal fedele Timoteo. Fu proprio lui, in seguito, a procedere all’evangelizzazione della città, come testimonia la seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi. L’intera vita di Timoteo procede accanto a San Paolo, di cui fu fedele discepolo, che lo fa in più di un’occasione portatore della parola di Dio nelle città che hanno perso la fede. Tra i suoi viaggi da missionario, San Timoteo si ritrovò anche a Corinto, dove lavorò per la chiesa al fianco di Sila, altro discepolo di San Paolo. In seguito all’ultima carcerazione di San Paolo e al suo martirio, avvenuto a Roma probabilmente nel 67 e al quale il discepolo si trovò ad assistere, San Timoteo si mise alla guida della città di Efeso verso la luce della fede e riesce a guidare la sua chiesa fino al momento della morte, avvenuta secondo le scritture nel 97. Dopo la morte di Timoteo, le sue reliquie vengono trasportate a Costantinopoli, come da testimonianza di San Girolamo. Nel 1239, poi, vengono trasferite a Termoli, dove si trovano tuttora, conservate nella cattedrale della città. Solo nel 1945, però, i suoi resti furono ritrovati a seguito di un’operazione di restauro della cattedrale che portò alla luce la lapide della sua sepoltura. L’emblema del santo è il bastone pastorale e la sua memoria è celebrata insieme a quella di San Tito, altro discepolo di San Paolo apostolo messo da lui alla guida della Chiesa di Creta.