Si continua ad indagare attorno alla morte misteriosa di Sofiya Melnyk, la bella interprete ucraina sparita nel nulla il 15 novembre scorso e rinvenuta poi cadavere meno di un mese dopo, la vigilia di Natale, in fondo a un burrone. Mentre si cercano riscontri dalle telecamere di videosorveglianza che potrebbero aver immortalato l’auto della donna con all’interno il suo possibile assassino, e mentre c’è attesa anche in riferimento agli esiti dell’autopsia, la mamma della vittima non riesce a darsi pace. A raccogliere le sue parole è stato il settimanale Giallo, che nell’ultimo numero ha dedicato ampio spazio al giallo di Cornuda. “Continuo a illudermi che mia figlia sia ancora viva”, ha asserito mamma Valentina. “Ora voglio rivederla per l’ultima volta”, ha aggiunto. Ad essere distrutti sono anche i parenti di Pascal, suo compagno da 16 anni e sul quale sarebbero ricaduti i maggiori sospetti degli inquirenti. “Stiamo vivendo un incubo. Vogliamo la verità”, ha aggiunto Carole, sorella dell’uomo trovato morto, si suppone suicida, nella sua villetta di Cornuda. Gli avvocati di famiglia sono intervenuti tramite il medesimo settimanale specializzato in cronaca nera aggiungendo: “Pascal non avrebbe mai gettato Sofiya viva in un burrone”. La verità sulle due morti, però, al momento resta ancora lontana. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL GIALLO DI CORNUDA ANCORA IRRISOLTO
Non c’è altro modo per definire la morte di Sofiya Melnyk se non come un giallo. La bella interprete ucraina, scomparsa da Cornuda lo scorso 15 novembre, è stata rinvenuta cadavere la vigilia di Natale, ma la verità sulle sue ultime ore appare ancora lontana. Da una parte c’è il copione sulla carta più scontato e credibile, quello che ha come attore protagonista Pascal Albanese, il compagno storico e presunto suicida, che secondo molti avrebbe deciso di farla finita in preda al rimorso per avere ucciso la sua donna. Troppo semplice, però, ridurre il giallo di Cornuda ad uno scenario di questo tipo, soprattutto se ci si sofferma con un po’ di attenzione sulle abitudini della vittima. Per quanto la donna fosse legata da tempo al suo Pascal, infatti, nel corso degli anni non erano mancate le relazioni parallele. Dunque non si può escludere, in attesa di riscontri certi, che il cattivo della storia sia una persona diversa da Pascal, qualcuno che abbia usato il suicidio di Albanese come foglia di fico per nascondere le sue malefatte.
SOFIYA MELNYK, IL FERMO IMMAGINE (CHI L’HA VISTO?)
Del resto c’è da dire che gli inquirenti non stanno avendo vita facile nel tentare di ricostruire le ultime ore in vita di Sofiya Melnyk. Da una parte gli esami sul corpo che finora hanno aggiunto poche certezze alle prime ricostruzioni degli inquirenti; dall’altra l’incapacità di risalire al fermo immagine che avrebbe immortalato la 44enne in macchina insieme al suo presunto assassino. Come spiega La Tribuna di Treviso, infatti, alcune telecamere di sorveglianza, per la precisione quelle collocate nel centro di Romano Alto, all’imbocco con la Statale Cadorna che porta a Cima Grappa, potrebbero aver ripreso il passaggio dell’auto in cui la Melnyk è salita prima di essere gettata nel burrone in cui è stata nascosta. Del giallo di Cornuda si occuperà anche Chi l’ha visto?, la trasmissione di Federica Sciarelli che tenterà di capire se davvero un altro uomo nell’ombra, diverso da Pascal, può essere ritenuto il responsabile di questo omicidio.