Papa Bergoglio ha celebrato stamane la messa per il Corpo della gendarmeria pontificia, una messa tenuta per l’occasione nei giardini vaticani all’ombra della statua di San Michele Arcangelo inaugurata di recente. San Michele è infatti il sant oprotettore dei gendarmi vaticani. Un santo che come si sa protegge gli uomini dalle influenze del maligno e il papa lo ha detto in modo esplicito. In Vaticano, ha detto, è in atto una guerra interna civile e spirituale, creata ad arte dal diavolo: “Chiediamo a San Michele che ci aiuti in questa guerra: mai parlare male uno dell’altro, mai aprire le orecchie alle chiacchiere”. Ha invitato esplicitamente i gendarmi vaticani a impegnarsi anche loro in questa guerra che, ha detto, oggi si combatte non con le armi ma con la lingua: se sentite qualcuno che chiacchiera, ha detto, fermatelo e portatelo fuori della porta di sant’Anna, qua dentro, in Vaticano, non si deve far uso delle chiacchiere. Una preoccupazione questa già espressa altre volte da Papa Francesco, quella delle parole, delle chiacchiere, espresse per parlare male del prossimo. In Vaticano, ha detto ancora, le chiacchiere devono diventare una lingua vietata perché è un lingua che genera il male. Nessuno è immune da questa “zizzania”, ha spiegato: “Vi chiedo non solo di difendere le porte, le finestre del Vaticano ma di difendere come il vostro patrono San Michele le porte del cuore di chi lavora in Vaticano, dove la tentazione entra esattamente come altrove”. E’ una tentazione che piace al diavolo, ha concluso: “quella contro l’unità, quando le insidie vanno proprio contro l’unità di quelli che vivono e lavorano in Vaticano”.