Nel giorno 28 ottobre, la Chiesa Cristiana celebra i Santi Simone e Giuda, entrambi discepoli di Gesù. Le notizie sulla loro vita sono piuttosto scarse e spesso discordanti. Simone viene definito il Cananeo, forse perché originario di Cana (secondo i vangeli di Marco e Matteo) e Zelota (nel vangelo di Luca) perché prima di unirsi a Gesù probabilmente militò tra gli zeloti, un gruppo di ebrei che lottava contro i romani per la liberazione della Giudea. Secondo alcuni studiosi Simone fu proprio lo sposo delle famose nozze di Cana, dove Gesù compì il suo primo miracolo, trasformando acqua in vino. Altri, invece, attribuiscono il termine zelota, allo “zelo” che dimostrava nei confronti della parola di Dio. Si tratta di uno degli apostoli minori il cui nome appare nei Vangeli sinottici e negli Atti degli Apostoli con pochi altri dettagli. Alcuni studi lo identificano come cugino di Cristo e fratello di Giuda Taddeo. In effetti, secondo la tradizione riportata nella “Legenda Aurea” di Jacopo da Varazze, Simone evangelizzò l’Egitto, poi si unì a Giuda ed i due apostoli predicarono, convertendo moltissime persone, in Persia ed in Armenia, subendo insieme il martirio. Altre informazioni sulla vita di Simone, riportate dallo storico Eusebio, lo individuano come quel Simeone che, dopo il 62 d.C., prese la direzione della Chiesa di Gerusalemme dopo Giacomo il Minore e, sotto Traiano, subì il martirio nel 107 d.C.. Le sue reliquie vengono venerate sotto l’Altare della Crocifissione a San Pietro, ma non si è certi della loro appartenenza. Secondo quanto riportato da studi fatti su Simone egli subì una morte molto cruenta, poiché fu fatto a pezzi con una sega. Nelle rappresentazione egli viene appunto raffigurato con una sega in mano e per questo motivo è diventato patrono dei boscaioli. Nella Chiesa Orientale è venerato il 10 maggio.
San Giuda Taddeo è un apostolo poco conosciuto perché spesso il suo nome viene confuso con quello di Giuda Iscariota, che tradì il Messia. Probabilmente nacque in Galilea da Alfeo, fratello di San Giuseppe, e Maria di Cleofe; era, quindi, cugino di Gesù e quasi suo coetaneo. Il soprannome Taddeo deriva da due parole, ovvero “Thad” amabile e “Lebbeo” coraggioso. Fu uno dei primi a diventare apostolo, seguendo il Maestro con dedizione e profonda fede, dall’inizio fino alla crocifissione. Nel Vangelo di Giovanni viene riportata la sua unica frase, pronunciata durante l’Ultima Cena, nella quale egli domandò a Cristo come mai avesse scelto di mostrarsi a loro e non a tutto il mondo. Giuda compì una vastissima opera di evangelizzazione viaggiando in Mesopotamia, Giudea, Samaria e Persia dove si unì a Simone. Qui subì il martirio, forse nel 70 d.C. anche se è incerto il modo in cui venne ucciso. Dalla Mesopotamia i resti vennero trasportati a Roma e si trovano a San Pietro. Secondo la tradizione Gesù era molto legato a San Giuda al quale donò poteri straordinari. Viene considerato, per questo, il Santo dei casi disperati ed invocato ogni volta che sembra non esserci più alcuna speranza. A Roma, nel quartiere Trieste, si trova una piccola chiesa a lui dedicata. Nell’iconografia viene rappresentato con una lancia ed un bastone che, forse, richiamano il modo in cui fu ucciso. In tutta Italia, inoltre, vi sono chiese in onore dei Santi Simone e Giuda come, ad esempio, ad Albenga, Lucca, Mantova, Firenze o Nodica.