Prosegue ben oltre la scadenza delle amministrative la querelle tra Ismaele La Vardera e il movimento Noi con Salvini, che ieri ha presentato ricorso civile accusando l’ex candidato sindaco di Palermo di “aver organizzato una finta candidatura per girare un documentario sulla politica”. Un passo importante quello di Noi con Salvini, motivato per filo e per segno dal segretario regionale Alessandro Pagano, il quale, come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, ha dichiarato:”Non vogliamo tutelare uomini politici o partiti, ma non è immaginabile che la democrazia possa diventare un Truman show. Per questo agiremo in sede penale e civile contro il gran imbroglio””.
L’udienza civile è stata fissata per il prossimo 13 luglio, e i salviniani sono convinti di avere ragione:”Un conto – ha continuato Pagano – sono le riprese pubbliche per esercitare il diritto di cronaca, un conto è il taglia e cuci per fare dileggio e diffamazione. Quando telecamere nascoste riprendono colloqui privati con riprese clandestine si configurano i margini per contestare questo operato non solo dal punto di vista etico, ma penale e civile. Al giudice abbiamo chiesto di visionare i filmati per fare delle verifiche. C’è stato anche un notevole dispendio economico, segno di una cabina di regia di alto livello che ha ordito una pianificazione e ha contato su un’equipe, non possiamo pensare sia frutto di una casualità”.
Contro l’ex iena candidata a sindaco di Palermo, Ismaele La Vardera, non c’è soltanto il ricorso civile presentato dal movimento Noi con Salvini. Come riferisce La Sicilia, infatti, anche alcuni elettori delusi si sono mobilitati presentando un esposto penale. Ad assisterli l’avvocato Nino Caleca, che ha spiegato i margini dell’azione legale:”E’ una fattispecie che costituirà un precedente in Italia, perché è stata turbata la competizione elettorale. Secondo la norma ciò può avvenire tramite violenza, minaccia, inganno. Se la Procura e gli investigatori riuscissero a dimostrare che c’è stato un accordo precedente alle elezioni c’è stato inganno. La denuncia penale tutela la libertà di voto e la scelta democratica. Cosìanche grandi capitali potrebbero inquinare qualunque tipo di elezioni, quei settemila voti potevano essere ad esempio dirottati su altre liste”. Come si difenderà La Vardera?
Le due azioni legali presentate nei confronti di Ismaele La Vardera, quella civile di Noi con Salvini e quella penale di un gruppo di elettori, sono concordi sul fatto che l’ex iena si è candidato a sindaco di Palermo non con il vero intento di concorrere per l’elezione, bensì per realizzare un documentario sulla campagna elettorale. Un’ipotesi, questa, parzialmente smentita dal diretto interessato, che in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano smentiva categoricamente che la sua candidatura fosse nata come un bluff:”Assolutamente no. Mi sono candidato perché volevo davvero fare il sindaco. Poi però mi sono accorto di quello che succedeva. Nessuno mi chiedeva mai il programma. Tutti volevano sapere solo quanto valessi politicamente. Gli altri candidati mi dicevano: vedi di capire che devi fare, se vuoi venire con noi”. Questa versione dei fatti convincerà i giudici a respingere i ricorsi contro La Vardera?