San Leonida nasce in un periodo non precisato del terzo secolo dopo Cristo: egli è il padre di Origene, uno dei futuri scrittori storici che narrò le storie e vicende dell’Egitto effettuando un particolare dettaglio per quanto riguarda la vita di suo padre. San Leonida era un uomo semplice, modesto e soprattutto gran lavoratore: queste sono le prime frasi che il figlio scrisse del padre dopo la sua morte, avvenuta per mano dell’imperatore egiziano Settimio Severo. Durante quel periodo professare la religione cristiana era tutt’altro che consigliato proprio in quanto, coloro che osavano tanto, venivano effettivamente puniti con la morte. Lo storico narra che suo padre era veramente molto entusiasta del modo di fare di suo figlio, ovvero nell’avere una persona che si interessasse così tanto delle scritture storiche sacre, che riempivano di gioia il cuore sia del padre che del figlio. Origene narra anche che suo padre, terminato il periodo di lavoro quotidiano, tornava a casa stanco ma felice in quanto sapeva benissimo che, ad attenderlo, vi era una persona pronta a studiare con lui le sacre scritture.
Proprio questa particolare passione non faceva altro che rendere maggiormente uniti padre e figlio, che facevano il possibile per poter conoscere sempre di più sulle suddette scritture, puntando ovviamente su una conoscenza che fosse completa.
Questo modo di fare di san Leonida era quasi esclusivo nei confronti del figlio maggiore, che all’epoca della sua morte aveva appena compiuto i diciassette anni: degli altri sei figli si sa ben poco del rapporto che lo collegavano a san Leonida, cosa che non fa altro che creare una sorta di mistero attorno a questa figura storica. San Leonida continuava quindi con la sua vita semplice, modesta, finché la voce della religione cristiana non giunse alle orecchie dell’imperatore, che non nutriva grande simpatia per coloro che adottavano questo modo di fare quasi segreto. L’imperatore, che in un primo momento voleva lasciar perdere questa situazione, si ritrovò quasi costretto a dover condannare a morte Leonida, che non oppose alcuna resistenza. Come spesso accade per coloro che devono essere sottoposti al martirio, san Leonida ebbe la possibilità di poter rinunciare a professare la sua fede, ammettendo che si trattava solo di un errore e che l’unica religione che deve essere professata deve essere quella relativa alla religione professata dall’impero.
Ma san Leonida, cristiano convinto, decise di non voltare la spalle alle parole del Signore ed a tutto quello che, fino a quel momento, aveva creduto.
Per questo motivo san Leonida venne condannato ad una morte atroce: prima egli venne trafitto da una spada di fronte a tutta la popolazione, ma non venne colpito in un punto vitale: gli venne concessa l’opportunità di poter essere curato solo se si fosse convertito. All’ennesimo rifiuto a san Leonida venne troncato il capo, ponendo fine alla sua vita lasciando i sette figli privi di una figura paterna. Vista l’atrocità del fatto ed il grande coraggio san Leonida divenne il patrono di Alessandria d’Egitto dove, tutt’ora oggi, vengono effettuate diverse funzioni religiose per ricordare questo martire che fece di tutto affinché il suo credo potesse rimanere integro e privo di variazioni.
Oltre a san Leonida nella medesima giornata, seppur in epoche differenti, venne condannato a martire anche Lucio, il quale venne condannato a orte da parte dell’imperatore romano che, come per san Leonida, cercò di fr convertir lo stesso martire senza però ottenere una risposta positiva da parte dello stesso futuro santo.