Oggi lunedì 18 marzo si festeggia secondo il calendario liturgico della Chiesa Cattolica Cristiana, San Cirillo di Gerusalemme. Secondo alcuni antichi documenti che sono pervenuti a noi, il santo sarebbe nato nell’anno 314 o nel 315 nella città di Gerusalemme e morì nella stessa città, il giorno 18 marzo del 387 all’età di circa 72 anni. San Cirillo non è un santo venerato soltanto dalla religione cattolica cristiana, ma è riconosciuto anche dalla chiesa ortodossa. Fu santificato grazie all’intercessione del Papa Leone XIII, che lo rese santo dopo parecchi secoli dalla sua morte, il 28 luglio 1882. Alcune fonti molto antiche ci rivelano che san Cirillo divenne sacerdote all’età di 20 anni nel 335, e fu ordinato dal vescovo Macario di Gerusalemme, ma fu grazie al vescovo seguente, Massimo III, che divenne il sacerdote della diocesi di Gerusalemme.
San Cirillo fu un uomo di fede ben amato dal popolo e riuscì a ottenere un rapporto di dialogo molto frequente anche con gli uomini di altre religioni o di altre correnti filosofiche anche all’interno della stessa chiesa cattolica. Il santo decise di far parte e di aderire alla corrente di pensiero professata da Eusebio di Cesarea, che all’epoca si collocava in una posizione intermedia tra la scuola di pensiero di Atanasio di Alessandria, che alla fine fu accettata dalla Chiesa di Roma, e la teologia di Ario, che aveva come tema principale la venerazione di Cristo. Gli ariani non accettavano la Santa Trinità, mentre Atanasio sosteneva e accettava la coesistenza delle tre figure, ovvero il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, in una sola; secondo il parere di san Cirillo, Gesù Cristo aveva la stessa importanza del Padre.
Questo santo dovette diffondere la parola del Signore in una città sottoposta a mille soprusi e sotto controllo dei ricchi potenti signori del luogo; nel 335 l’imperatore Costantino fece costruire la famosa basilica del Santo Sepolcro, e in seguito l’imperatore Giuliano, fece erigere nuovamente il Tempio di Gerusalemme, che era stato distrutto 2 secoli prima. San Cirillo fu nominato vescovo nel 347 da Acacio, ma a causa di un dissapore con costui fu costretto all’esilio perché accusato di aver venduto alcuni terreni di proprietà della Chiesa per aiutare i poveri bisognosi.
Dopo la morte di Acacio, san Cirillo poté tornare in patria ma fu nuovamente esiliato a opera dell’Imperatore Costanzo II. Grazie alla salita al potere dell’imperatore Giuliano nel 361, poté ritornare a Gerusalemme e riprendere la sua attività pastorale. Dopo 20 anni, nel 381 san Cirillo partecipò al grande concilio di Costantinopoli, dove fu deciso da parte della chiesa cattolica di accettare la teologia di Nicea. Sono numerosi i documenti scritti da san Cirillo a noi pervenuti: esiste un sermone, ovvero una sorta di dialogo scritto durante la sua sosta nella città di Betsaida, con l’imperatore Costantino, e altre lettere scritte per la Catechesi.