Sant’Ilario, vescovo di Poitiers nella seconda metà del IV secolo, lo incontriamo per la prima volta nel 356, al concilio di Béziers. Qui fu posto sotto accusa da Saturnino di Arles – il capo degli ariani di Gallia – che godeva dell’appoggio dell’imperatore Costanzo II. Così fu deposto ed esiliato in Frigia. “L’esilio fu un evento fondamentale per la sua formazione culturale e dottrinale”, scrive il professore Manlio Simonetti. Il contatto con ambienti d’Oriente antiariani ma non favorevoli al Credo niceno del 325 gli fece comprendere che in Occidente si interpretava in modo superficiale il dibattito trinitario d’Oriente, schematizzandolo nel contrasto tra ariani e niceni. Ecco perché nel De synodis, composto per il concilio del 359 a Seleucia di Isauria, sant’Ilario presenta agli antiariani d’Occidente la complessità della situazione orientale. Poco tempo dopo, siccome in Oriente dava fastidio, fu autorizzato a tornare in patria, dove fu accolto trionfalmente. Nel concilio di Parigi del 361, sant’Ilario fece prevalere “una linea saggiamente moderata”, data la delicata controversia tra ariani e niceni. Nel 364 sant’Ilario è a Milano dove, con s. Eusebio di Vercelli, tenta di far fare le valigie al locale vescovo Aussenzio, di fede ariana, ma senza riuscirci. Morì nel 367. Grande Padre della Chiesa d’Occidente, fu autore di opere letterarie di grande spessore. Ricordiamo la principale, il De trinitate, in dodici libri, nella quale egli utilizzando la riflessione trinitaria di Tertulliano, di Novaziano e degli omeousiani – i seguaci della formula definita dal Concilio di Nicea, secondo la quale il Figlio è consustanziale al Padre –, propone la seguente formula: una natura (o sostanza) divina articolata in più persone. Per Benedetto XVI egli sviluppa la sua teologia trinitaria partendo dalla formula del Battesimo: “Per riassumere l’essenziale della sua dottrina, vorrei dire che sant’Ilario trova il punto di partenza della sua riflessione teologica nella fede battesimale. Nel De Trinitate Ilario scrive: Gesù ‘ha comandato di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo'”. Nel 1851 è stato proclamato dottore della Chiesa da papa Pio IX.
Martirologio Romano: Sant’Ilario, vescovo e dottore della Chiesa: elevato alla sede di Poitiers in Aquitania, in Francia, sotto l’imperatore Costanzo seguace dell’eresia ariana, difese strenuamente con i suoi scritti la fede nicena sulla Trinità e sulla divinità di Cristo e fu per questo relegato per quattro anni in Frigia; compose anche celeberrimi Commenti ai Salmi e al Vangelo di Matteo.