Una perizia psichiatrica dovrà accertare se Ismail Tommaso Hosni fosse capace di intendere e di volere quando aggredì con due coltelli due militari e un agente della Polfer alla stazione centrale di Milano lo scorso 18 maggio. Lo ha deciso il gup Roberta Nunnari nel processo abbreviato per tentato omicidio, lesioni e resistenza a carico del 20enne. La richiesta del legale Giusy Regina, respinta più volte in fase di indagini, è stata quindi accolta. Dopo aver presentato due volte al gip l’istanza per una perizia psichiatrica, il legale dell’italo-tunisino l’ha riproposta al gup come condizione del processo con rito abbreviato. E il giudice ha dato il via libera: ora dovrà individuare un perito, ma l’udienza del conferimento per l’incarico e i termini non è ancora stata fissata. Forse a novembre, dopo la perizia, si svolgerà il processo a porte chiuse: se Hosni dovesse essere ritenuto totalmente incapace in sentenza, anche sulla base della relazione del perito, verrebbe assolto; col vizio parziale di mente invece la pena verrebbe ridotta.
LE CONTESTAZIONI ALL’ITALO-TUNISINO
Il legale di Ismail Tommaso Hosni ha chiesto la perizia depositando le relazioni mediche del carcere di San Vittore, che parlando in un “ritardo mentale” del giovane italo-tunisino. Il giudice l’ha ritenuta “fondata” per una serie di elementi, tra cui la documentazione medica stessa del carcere, l’interrogatorio dopo l’arresto in cui era apparso confuso e la reazione quando venne portato a San Vittore, dove diede un morso ad uno degli operanti. Il processo in corso comunque riguarda solo l’accoltellamento, in relazione al quale il pm di Milano contesta la resistenza a pubblico ufficiale, il tentato omicidio per il ferimento di un poliziotto e un militare, le lesioni aggravate per l’aggressione dell’altro militare. Ma Hosni è anche indagato per terrorismo internazionale in un altro filone. Come riportato da il Giorno, i pm Alberto Nobili e Alessandro Gobbi stanno indagando su presunti collegamenti con reclutato dell’Isis, visto che aveva pubblicato su Facebook video inneggianti il sedicente Stato islamico.