Per la quinta volta, nella giornata di ieri è stato sottoposto ad interrogatorio uno degli assassini di Luca Varani, Manuel Foffo. In base a quanto riportato da “Il Tempo”, si è trattato anche questa volta di un interrogatorio fiume, nel corso del quale il pm avrebbe avuto modo di inquadrare ulteriormente la personalità del ragazzo il quale, insieme a Marc Prato, lo scorso 4 marzo uccise nel suo appartamento nella periferia di Roma il giovane 23enne. Durante il quinto interrogatorio a Foffo, inoltre, si sarebbe fatta luce anche sui rapporti tra il killer e la sua famiglia, facendo emergere alcuni conflitti che, a sua detta, lo avrebbero portato a covare molta rabbia repressa poi sfogata nel delitto di Luca Varani. “Ho avuto dei genitori assenti”, ha quindi spiegato Manuel Foffo al magistrato. E’ da ricercare realmente in questo aspetto il movente del delitto atroce avvenuto al culmine di un festino a base di alcol e droga?
Sta facendo discutere la scelta dell’avvocato di Marc Prato, uno dei killer di Luca Varani, di chiedere i domiciliari per il suo assistito. Sulla decisione è chiamato ad esprimersi nei prossimi giorni il collegio della libertà, sebbene il pm abbia già riferito il suo parere negativo. Per il legale di Prato, l’unico responsabile del delitto del povero 23enne sarebbe Manuel Foffo. Come riporta il Corriere della Sera, il legale Pasquale Bartolo avrebbe ritenuto del tutto differenti le posizioni dei due arrestati per l’omicidio di Varani. “È stato lo stesso Foffo a dichiarare al pm di avere inferto i colpi che hanno provocato la morte di Varani”, ha precisato l’avvocato del pr gay romano, ribadendo come invece il suo assistito non abbia compiuto nulla di quanto confessato da Foffo. A sua detta, dunque, la Procura non dovrebbe mettere sul medesimo piano le posizioni dei due ragazzi e quella di Prato, nello specifico, non sarebbe così grave al punto da non poter ottenere i domiciliari.
Non sarebbe stato Marc Prato a uccidere Luca Varani, ma Manuel Foffo. A sostenerlo è il legale di Prato che nell’ultima udienza davanti al tribunale della libertà, ha cercato di smontare le accuse del pm. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa infatti il difensore ha sostenuto che “è stato lo stesso Foffo a dichiarare al pm di avere inferto i colpi mortali, e non il mio assistito. Quanto all’ipotesi di concorso nell’omicidio, è una tesi che non regge perché Prato si è limitato a contattare Varani invitandolo a raggiungerlo in quella casa per sesso e droga in cambio di 150 euro”. Il tribunale dovrà ora decidere sulla richiesta dei domiciliari a Marc Prato, richiesta avanzata appunto dall’avvocato. Il pm Francesco Scavo ha invece ribadito la sua linea chiedendo il mantenimento della custodia cautelare in carcere.
Restano per ora in carcere Marc Prato e Manuel Foffo, i due ragazzi indagati con l’accusa di aver ucciso Luca Varani. Il difensore di Marc Prato, Pasquale Bartolo, ha chiesto nei giorni scorsi che il suo assistito possa andare ai domiciliari. E il Tribunale del Riesame di Roma si deve ora esprimer su questa richiesta: ieri i giudici si sono riservati di decidere. Intanto nel corso dell’udienza il pubblico ministero Francesco Scavo ha espresso il suo parere negativo. L’avvocato Bartolo ha poi parlato al termine dell’udienza sottolineando di nuovo quale sia la posizione di Prato rispetto a quella di Foffo in relazione alla responsabilità dell’uccisione di Varani. Secondo quanto riferito dal legale Marc Prato non avrebbe ucciso Luca Varani visto che è stato lo stesso Manuel Foffo a dichiarare al pubblico ministero d’aver inferto i colpi mortali. Dunque, sempre secondo l’avvocato, Prato avrebbe solo invitato Varani a casa di Foffo.
In attesa che il Tribunale del Riesame di Roma si esprima sulla richiesta dei domiciliari avanzata dal legale di Marc Prato, il trentenne che insieme a Manuel Foffo si è macchiato dell’omicidio di Luca Varani, emerge la nuova sconvolgente confessione di un altro giovane, scampato alla morte dei due killer. A parlare ai carabinieri dopo l’atroce delitto è stato Giacomo D., un ragazzo 30enne, benestante e studente alla Luiss di Roma, amico di Marc Prato, andato via dall’appartamento al Collatino poco prima dell’omicidio di Luca Varani. “Sono scampato alla morte per un soffio”, ha rivelato il giovane ai carabinieri, come riporta il settimanale “Giallo”. Giacomo aveva preso parte al festino a base di alcol e droga, al quale era stato invitato successivamente anche Luca Varani., trascorrendo molte ore nell’appartamento di Foffo e passando con i due assassini due notti. E’ sempre Giacomo il ragazzo che avrebbe pagato 1500 euro per l’acquisto della cocaina. “Un po’ ne ho usata anche io, come facevo di solito in questi festini, ma non sapevo nulla di cosa avrebbero fatto dopo che me ne sono andato e non lo avrei mai immaginato. Sembravano come al solito…”, ha ancora aggiunto il 30enne scampato alla furia omicida di Manuel Foffo e Marc Prato. La reazione alla notizia dell’uccisione di Luca Varani è stata di immenso dispiacere. Il ragazzo, appena appreso del massacro avvenuto nell’appartamento dove aveva trascorso due giorni interi, si è immediatamente recato in caserma per dire tutto ciò che sapeva, probabilmente anche spinto dal timore che potessero risalire a lui tramite i contatti di Prato. Le sue dichiarazioni, tuttavia, sono state ritenute importanti ai fini delle indagini su quanto accaduto nelle ore immediatamente precedenti al delitto di Luca Varani. Il giovane “miracolato” ha rivelato di aver conosciuto Marc Prato almeno sei mesi prima, ma soprattutto di essere stato amico di Luca Varani, mentre Manuel Foffo lo conobbe solo in occasione del festino che precedette il delitto. “Sapevo che Marco era omosessuale e che aveva organizzato il festino a base di cocaina. Luca Varani., invece, sono certo che fosse eterosessuale. Io non l’ho visto in quella casa, quando c’ero io lui non c’era”.