Sono emersi i drammatici risultati dell’autopsia compiuta sul corpo di Olindo Pinciaroli, il veterinario 53enne, ucciso la scorsa domenica mentre era a bordo della sua ambulanza insieme al collaboratore 23enne ora in stato di fermo. Ad occuparsi dell’omicidio di Osimo, in provincia di Ancona, sarà la trasmissione Quarto Grado nella nuova puntata in onda stasera. Intanto, come rivela Il Resto del Carlino, dall’esame medico-legale eseguito sul suo cadavere sarebbe emersa una morte violenta, raggiunta dopo 15 coltellate inflitte ripetutamente al tronco ed al capo, sebbene su di lui non vi sia alcuna traccia di colluttazione. Le coltellate letali sono state quelle al torace, in modo particolare una, che l’avrebbe raggiunto dritto al cuore. Accusato dell’omicidio di Olindo Pinciaroli è proprio il suo collaboratore, Valerio Andreucci, il quale era alla guida dell’ambulanza veterinaria lo scorso 21 maggio e che dopo essersi dato alla fuga sarebbe stato rintracciato dalle Forze dell’Ordine.
Ai Carabinieri aveva inizialmente raccontato di un’aggressione subita da almeno quattro persone dalla quale era riuscito a salvarsi, ma il suo racconto aveva convinto ben poco. Successivamente, davanti al gip Carlo Cimini, il 23enne aveva poi ammesso di aver assunto cocaina la sera prima dell’omicidio del veterinario e di non ricordare nulla di quanto accaduto. Il giudice non ha convalidato lo stato di fermo non ritenendo l’esistenza del pericolo di fuga ma ha applicato la misura di custodia cautelare in carcere alla luce dei gravi indizi di colpevolezza e per il rischio concreto di reiterazione del reato. Il movente del gesto del quale è accusato, tuttavia, ad oggi resta ancora del tutto oscuro.
Ad uccidere il veterinario Olindo Pinciaroli, sposato e padre di una bambina, sarebbero state 15 coltellate, inflitte in modo violento anche mentre l’uomo tentava invano di sfuggire alla follia omicida del suo aggressore. La dimostrazione, come rivela l’autopsia, è rappresentata dalla coltellata alla schiena inflitta dopo essere uscito dall’ambulanza. Tutte le ferite riscontrate sul corpo della vittima sarebbero compatibili con il grosso coltello da macellaio rinvenuto dagli inquirenti poco distante dal luogo del delitto, a circa 100 metri, ancora insanguinato. Nel descrivere i risultati choc dell’autopsia eseguita dal professor Adriano Tagliabracci, Leggo.it parla di vero e proprio massacro. Basti pensare che l’ultimo colpo è stato inflitto mentre il veterinario tentava di sottrarsi alla violenza, rifugiandosi sotto il furgone, ma qui sarebbe stato ugualmente raggiunto a finito dal suo killer pugnalandolo al cuore e perforandogli un polmone.
Eppure, il giovane ascolano, Valerio Andreucci non ricorderebbe nulla, né l’atroce omicidio né il presunto assalto da parte di quattro zingari. Gli indizi a suo carico tuttavia, sarebbero gravissimi. Il pm Pucilli non avrebbe ancora contestato la premeditazione ma ciò potrebbe presto avvenire anche alla luce degli sms che il collaboratore in arresto avrebbe scambiato con gli amici prima del delitto: “Basta, domani vado su e l’ammazzo”. “Ma che dici? Non fare cavolate” e poi ancora “Al massimo picchialo”, queste le repliche degli amici. Una conversazione inquietante avvenuta proprio nella notte tra sabato e domenica, la stessa nella quale Andreucci ha ammesso di aver consumato circa 4 grammi di cocaina.