Tra le testimonianze più attese dell’udienza andata in scena ieri in Corte d’Assise ad Udine nell’ambito del processo che vede imputato Giosué Ruotolo per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, vi era quella di Luigi Grando, trainer della palestra di Pordenone frequentata dal militare ucciso, e tra gli ultimi a vedere in vita le due vittime. Come riportato da norbaonline.it, Grando ha dichiarato:”Quella sera Trifone, mentre stava finendo l’ultimo esercizio mi disse ‘Gigi, oggi sono proprio stanco’ ma era tranquillissimo”. Grando, ha poi ricordato:”Trifone si era avvicinato alla palestra perché praticava cross-fit. Aveva un forte carisma e si era inserito in modo ottimo in palestra. Di solito arrivava intorno alle 17-17.30 e stava fino alle 19-19.30. Era molto regolare negli orari, l’allenamento durava circa due ore. Quel pomeriggio arrivò intorno alle 17.30. Io uscii dal parcheggio intorno alle 19.15. Dovevo accompagnare a casa tre atleti. Uscendo incontrai uno dei nostri ragazzini che stava aspettando il papà. Il parcheggio è poco illuminato, aspettai cinque minuti con lui l’arrivo del padre, poi andai via anche io”. Grando ha aggiunto anche di aver visto Teresa: “Era seduta sugli scalini a ridosso dell’ingresso della palestra. L’ho salutata e mi è sembrata un po’ pensierosa o triste”. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
Nella giornata di ieri si è svolta una nuova udienza del lungo e complesso processo sul duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Il nuovo appuntamento in aula e che vede imputato l’ex militare di Somma Vesuviana, Giosuè Ruotolo, ha visto l’intervento di nuovi testimoni, come riporta Il Friuli online: Debora Colombo e Katarzyna Raffin, amiche di Teresa, alcuni militari del 132° Carri di Cordenons. E poi ancora l’ex fidanzata pugliese di Trifone, Maria Lugenzia Pavone insieme al padre Vito e che nella passata udienza non si erano presentati davanti alla Corte d’Assise di Udine. Questa volta, a rispondere all’appello è stata solo la ragazza, mentre l’uomo, insieme ad altri cinque testi, non si è presentato. A prendere la parola, dopo Luigi Grando, uno dei frequentatori della palestra nella quale era solito andare Trifone, è stata Simona Bello, Sergente dell’esercito e che ha affermato di aver conosciuto sia il militare ucciso che il 27enne oggi accusato del duplice delitto di Pordenone. Giosuè lo conosceva decisamente meglio ed in merito al ragazzo ha confermato la frequente presenza dei suoi due coinquilini, Renna e Romano in caserma. La donna ha asserito di aver appreso del tenore di vita di Ragone solo dai racconti dell’ex commilitone e del coinquilino Romano, restando comunque sorpresa dal suo atteggiamento. Ottime parole invece per Ruotolo, del quale ha detto: “E’ serio e competente nel lavoro, una persona molto educata. Era molto capace nella parte hardware, era lui che mi insegnava la branca. Io apprendevo da lui”. La testimone ha poi smentito di essere stata a conoscenza di presunti scatti d’ira da parte dell’imputato ma sapeva dei contrasti nell’appartamento.
E’ stata ancora la vita di Trifone al centro della nuova udienza per il duplice delitto di Pordenone, consumatosi il 17 marzo 2015 e nel quale perse la vita, freddata a colpi di pistola, anche la fidanzata Teresa. Ieri, a prendere la parola è stata Lugenzia Pavone, la ragazza che ebbe con Ragone una relazione durata 7 anni, dal 2006 al 2013. La giovane ha raccontato in aula la fine della loro relazione: “Ci siamo lasciati telefonicamente, io andai da lui per chiarire ma lui non c’era”. In seguito ha raccontato di aver ricevuto diverse telefonate anonime nelle quali sentiva dall’altra parte della cornetta una persona che rideva. “Riconobbi Trifone”, ha asserito. Il padre Vito accettò la sua decisione di lasciare Trifone e, a sua detta, non gli avrebbe mandato alcun messaggio di minaccia. Dopo la fine della loro storia lei scoprì il secondo account Facebook del militare ucciso, che rispondeva al nome di “Luca Bari”. Della relazione con Teresa, con la quale ha ammesso di non aver mai avuto alcun rapporto, ne è venuta a conoscenza tramite amici in comune. E sui tradimenti di Trifone, ha asserito di averlo saputo solo dopo essersi lasciati. La ragazza prese parte ai funerali del militare pugliese e ha svelato come nel 2008 Trifone scoprì un falso account Facebook che utilizzava le sue foto, denunciandone prontamente l’episodio alla polizia postale.