“L’umile presbitero Felice morì in tarda età a Nola, in Campania, il 14 gennaio di un anno probabilmente della seconda metà del III secolo, ma la fama della sua santità taumaturgica fece rapidamente della sua tomba uno dei luoghi più venerati dell’Occidente”, scrive il professore Gennaro Luongo. La figura di san Felice di Nola è nota solo attraverso la testimonianza di san Paolino di Nola, che ne compose una Vita, ispiratrice unica degli agiografi successivi. Nato a Nola da padre siro, san Felice ne eredita il ricco patrimonio con il fratello Ermia, ma i due seguono vocazioni diverse: Ermia diventa soldato, san Felice intraprende la carriera ecclesiastica, divenendo prima lettore, poi esorcista e infine sacerdote. Durante la persecuzione anticristiana, il vecchio vescovo Massimo si rifugia sui monti, così san Felice assume la guida della locale comunità cristiana. Ma viene catturato e messo in carcere, dove per la sua fede cristiana patisce atroci torture. Secondo la tradizione, ripresa da san Paolino, viene prodigiosamente liberato e ha così la possibilità di soccorrere il vescovo Massimo, anziano e malato, e di riportarlo in città. Tornato per breve tempo il sereno per la Chiesa, san Felice riprende il suo ministero sacerdotale: “omnibus eloquio simul exemploque magister“, scrive san Paolino. Ritorna la persecuzione contro i cristiani e san Felice è costretto a nascondersi, ricorrendo alla propria astuzia e salvato dai miracoli della grazia di Dio. Infine, si nasconde in una cisterna, dove per sei mesi una pia donna lo nutre. Ritorna la pace e san Felice, morto il vescovo, viene eletto a quella sede episcopale per acclamazione popolare; ma è persona umile e vi rinuncia, preferendo rimanere un semplice sacerdote. Trascorre gli ultimi anni della propria vita nella povertà materiale e spirituale, lavorando come colono un piccolo campo, realizzando così ante litteram – secondo Gennaro Luongo – l’ideale monastico.
A Nola in Campania, san Felice, sacerdote, che, come riferisce san Paolino, durante l’imperversare delle persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino ad avanzata vecchiaia, invitto confessore della fede.