I particolari sui maltrattamenti subiti dagli anziani all’interno della casa di riposo “Il Fiore di San Lazzaro”, man mano che emrgono, sono sempre più spaventosi. Sputi e schiaffi erano all’ordine del giorno, abusi nei confronti di persone che nei fatti non avevano gli strumenti né le possibilità di ribellarsi. Situazione di vero orrore, come spiegato alla stampa dall tenente dei Carabinieri di Bologna, Emilio Lardieri: “Abbiamo raccolto una serie di indizi che arrivavano da varie stazioni, focalizzando l’attenzione sulla Casa famiglia, in particolare sulla somministrazione abnorme di farmaci senza prescrizione medica. I Nas avevano accertato, in due controlli svolti a settembre e a febbraio, il sovraffollamento della struttura, che ospitava otto persone invece delle sei previste, e le condizioni non ottimali dei pazienti”. (agg. di Fabio Belli)
CODACONS CHIEDE TELECAMERE
Urgono le telecamere nei luoghi più sensibili, a cominciare dalle scuole passando per gli istituti dei disabili, arrivando fino alle case di cura degli anziani. Lo chiede ad alta voce il Codacons, che commentando l’ennesimo episodio da brividi verificatosi negli ultimi mesi, l’orrore della casa di riposo Il Fiore di San Lazzaro, ha diffuso un breve comunicato affinché venga istituita una legge, dove si stabilisca appunto la presenza di apparecchi di registrazione nei luoghi sensibili. «Siamo di fronte ad un preoccupante allarme – spiega l’associazione dei consumatori – ed è evidente che servono più controlli su tutto il territorio, per verificare le condizioni d assistenza ai pazienti e l’adeguatezza del personale in servizio». Il Codacons chiede l’intervento del Ministero della salute, sia con ispezioni a tappeto nelle case di cura, raccogliendo le testimonianze di pazienti e famigliari: «Sia installando telecamere di videosorveglianza in tutte queste strutture, unico provvedimento in grado di prevenire episodi di violenza come quello di San Lazzaro di Savena». Un appello senza dubbio ragionato: chissà se le istituzioni lo ascolteranno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
USAVANO BENZODIAZEPINE PER SEDARLI
Emergono nuovi e agghiaccianti dettagli in merito alla vicenda delle torture perpetrate ai danni degli anziani residenti di una casa famiglia di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna dove i Carabinieri hanno portato a termine una operazione che ha portato all’arresto di tre inservienti della struttura e alla sospensione dalla professione di un medico. Secondo il gip Alberto Ziroldi che ha coordinato la suddetta operazione, dalle indagini che andavano avanti da un po’ di tempo è emerso che venivano somministrate benzodiazepine agli anziani e altri farmaci per sedarli; inoltre, ai loro danni veniva usato contenimento fisico che potrebbe anche nei prossimi giorni configurarsi in una contestazione del reato di tortura. Tra gli indagati per gli orrori che avvenivano nella Casa Famiglia “Fiore” ci sono il titolare dell’ospizio, la coordinatrice e la collaboratrice (entrambe agli arresti domiciliari), mentre il suddetto medico di base avrebbe fornito, in cambio di denaro, i timbri per consentire loro di approvvigionarsi dei medicinali di cui sopra. (agg. di R. G. Flore)
QUATTRO MISURE CAUTELARI
Quattro misure cautelari messe in atto dai Carabinieri nei confronti del personale che lavorava nella Casa Famiglia “Fiore” di San Lazzaro di Savena (Bologna), divenuta tristemente nota alle cronache nazionali come ospizio-horror per le condizioni barbare in cui venivano trattati i suoi residenti. Secondo quanto si apprende, sarebbero finiti in manette tre persone mentre un altro medico è stato invece sospeso dalla processione. Tra i reati a loro carico c’è anche quello di tortura, viste i danni psichici e fisici riscontrati sugli anziani, vessati per molto tempo dagli inservienti della Casa Famiglia: inoltre, a detta del gip che ha seguito la vicenda, l’operazione si è resa necessaria per salvare tempestivamente altri due pazienti, dato che ad alcuni di loro erano somministrati farmaci psicotropi e a tranquillanti in dosi massicce, riducendoli come “degli zombie” in base a quanto dicevano gli stesi arrestati nelle lro conversazioni. (agg. di R. G. Flore)
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, “RACCAPRICCIANTE”
La notizia dei gravi maltrattamenti nei confronti dei poveri pazienti anziani della casa famiglia Il Fiore di San Lazzaro, provincia di Bologna, è arrivata anche ai dipendenti comunali. Poco fa è infatti intervenuto il sindaco del comune emiliano, «Sgomento e orrore quanto emerso dalle indagini dei Nas – si legge sull’edizione online de La Repubblica – vicenda raccapricciante». L’amministrazione ci tiene comunque a precisare che la struttura incriminata «Non è inserita nella rete di servizi pubblici ed è, al contrario, una struttura privata a tutti gli effetti. Ci siamo già attivati per accogliere nelle nostre strutture e nei nostri servizi gli anziani vittime di questi professionisti senza scrupoli». Come spiega la stessa giunta comunale, ad oggi è forse fin troppo facile aprire una struttura di questo tipo, visto che basta una banalissima dichiarazione di inizio attività, come se accogliere degli anziani da accudire, spesso e volentieri 24 ore su 24, fosse lo stesso che iniziare una semplice attività commerciale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MALTRATTAMENTI GRAVISSIMI
«Se campa campa, se muore arrivederci. Un rompic… di meno». Questa è una delle intercettazioni che hanno portato i carabinieri ad arrestare tre persone, responsabili della casa famiglia per anziani Il Fiore di San Lazzaro, provincia di Bologna. Quelle parole le ha proferite il titolare della struttura, finito in manette, mentre la coordinatrice e la collaboratrice sono attualmente ai domiciliari. Le accuse nei loro confronti sono di maltrattamenti e lesioni gravi pluriaggravate. Sospeso dalla professione anche un medico di base di Bologna e San Lazzaro, accusato di esercizio abusivo della professione sanitaria: in cambio di denaro forniva i propri timbri e i ricettari di modo che il titolare dalla casa di riposo potesse ottenere medicinali in autonomia. Le indagini sono partite lo scorso febbraio, e sono state condotte dai carabinieri di Bologna centro, con la collaborazione del nucleo dei Nas.
“DEVI RIDURLI COME ZOMBIE”
I carabinieri che hanno svolto le indagini parlano di “maltrattamenti disumani”, e ci sarebbero altre quattro persone sotto indagini: tre dipendenti e la compagna del titolare. Tutto partiva dalla mente folle del padrone, che cambiava a priori le cure nei confronti dei pazienti, come se fosse un medico, arrivando persino a legare i poveri anziani di modo che gli stessi non potessero ribellarsi. Pazienti che venivano quindi schiaffeggiati, anestetizzati con tranquillanti somministrati casualmente di modo che gli operatori potessero dormire, campanelli di allarme dei letti disattivati. Il titolare diceva: «Lo riduci come uno zombie e il problema è finito». La struttura è stata posta sotto sequestro.