Nel 2003, il carrozziere di Arce Carmine Belli fu arrestato con la clamorosa accusa di omicidio di Serena Mollicone. Tanti gli elementi a carico dell’uomo che però, dopo oltre un anno trascorso in carcere riottenne la libertà entrando nella storia dei grandi errori giudiziari. “Mi hanno fatto passare per un assassino. Mi hanno distrutto la vita. Di punto in bianco, senza che avessi fatto nulla, ero diventato il ‘Mostro di Arce’”, ha raccontato l’uomo tra le pagine del settimanale Giallo, alle quali ha riservato il suo sfogo. Quel brutto fatto ha contribuito realmente a cambiare la sua vita in seguito all’allontanamento della moglie e di tutto ciò che fino a qual momento si era guadagnato. Nonostante sia stato scagionato dalle tremende accuse Belli non ha ottenuto alcun risarcimento e per tale ragione si è rivolto alla Corte di giustizia europea: “Qualcuno si è servito di me per allontanare i giudici dalla verità. Hanno giocato sulla mia pelle per salvare la loro. A me è costata cara quella vicenda: ho fatto più di 17 mesi di carcere da innocente”. A distanza di 17 anni dall’inizio del giallo e dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di ben cinque persone, ora potrebbero spuntare nuovi complici ed il caso potrebbe finalmente arrivare alla tanto attesa verità con i reali responsabili del terribile omicidio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SERENA MOLLICONE, CACCIA AI RESPONSABILI
Si occuperà anche del caso di Serena Mollicone, nella prima puntata del nuovo anno, la trasmissione Quarto Grado, in onda questa sera su Rete 4. I riflettori sul giallo di Arce e che vedono protagonista la 18enne uccisa nel 2001 all’età di 18 anni non si sono mai spenti ma ora più che mai l’attenzione resta altissima alla luce della riapertura delle indagini in seguito ai nuovi accertamenti sul cadavere e sui vestiti della vittima. Di recente, ai già noti tre indagati rappresentati dall’allora comandante Franco Mottola in concorso con la moglie ed il figlio, si sono aggiunti anche altri due militari dell’Arma. Ora però, è opportuno comprendere se oltre ai cinque soggetti potrebbero esserci anche altre persone coinvolte e che avrebbero potuto avere un ruolo decisivo nella fase di occultamento del corpo di Serena.
E così, come riporta il quotidiano Corriere.it, si è ufficialmente aperta la caccia ad altri possibili complici nel delitto Mollicone e alla luce di ciò la procura di Cassino nei giorni scorsi ha conferito l’incarico per una consulenza tecnica sui vestiti della 18enne con l’obiettivo di fare totale chiarezza sulle tracce trovate sugli indumenti di Serena, quasi certamente tramortita nella caserma del Carabinieri e poi trasportata nel bosco a Fonte Cupa dove fu lasciata morire. Gli esami di laboratorio compiuti a Milano, sarebbe emerso che la ragazza, durante il pestaggio brutale avvenuto in caserma, subì una frattura al cranio dopo aver sbattuto contro una porta. Quindi sarebbe stata poi trasportata con mani e piedi legati e con un sacchetto sulla testa chiuso con del nastro isolante nel luogo in cui fu rinvenuta cadavere.
SERENA MOLLICONE, NUOVE SOSTANZE SUI VESTITI (QUARTO GRADO)
Gli indumenti di Serena Mollicone riportarono tracce di rame e calce ma, stando a quanto emerso dalla relazione firmata dall’esperta Cristina Cattaneo, sarebbero state rinvenute sostanze anche sul fuseaux e sui calzini della 18enne. “Le calze presentano tracce di ferro, cromo nichel e rame mentre i fuseaux presentano tracce di lantanio cerio e piombo”, si legge nella relazione anche se l’esperta pone il dubbio sulla presenza di cerio e lantanio, la cui rilevanza andrebbe valutata da opportuni esperti del settore. Da qui la necessità di conferire il compito di svolgere una consulenza chimico-merceologica ai carabinieri del Ris di Roma.
Nella ricostruzione avanzata dalla procura ci sarebbe infatti un vuoto importante: come fu trasportata Serena Mollicone dalla caserma dei Carabinieri al bosco? Nel corso delle indagini si era spesso ipotizzata la presenza di un furgone impiegato per i lavori edili di fatto mai trovato e proprio le nuove tracce potrebbero ora aiutare ad indirizzare verso la giusta strada le nuove indagini in corso. Il padre di Serena Mollicone, Guglielmo, da anni è in prima linea affinché si possa finalmente giungere alla verità sull’uccisione terribile dell’amata figlia e sulla presenza di complici ne sarebbe estremamente convinto.