Dire che per Giampaolo Matrone le lancette dell’orologio si siano fermate a un anno fa, sotto le macere di Rigopiano, è giusto e sbagliato contemporaneamente. Giusto, perché la perdita della moglie ha probabilmente fissato un punto incancellabile della sua vita. Sbagliato, perché l’amore per la figlia lo porta ad andare avanti e guardare al futuro nonostante tutto. Uno dei superstiti della terribile valanga che ha distrutto l’Hotel Rigopiano lo scorso 18 gennaio ha rilasciato un’intervista a “Grazia”, in cui questi concetti emergono chiari più che mai. “Ora vivo solo per mia figlia Gaia, ma chi ha sbagliato deve pagare. Per me tutti i giorni è Rigopiano, perché la mia Valentina non c’è più e non si può capire quello che sto passando. Piango solo quando nessuno mi vede.” Nativo di Monterotondo, Matrone ha lottato per 62 ore sommerso dalla neve e dai detriti, per riuscire ad emergere e tornare dalla piccola Gaia.
“NON HO MAI NASCOSTO LA VERITA’ A MIA FIGLIA”
“Pensavo a mia figlia e mi ripetevo che dovevo tornare da lei. L’immagine di Valentina, invece, mi compariva davanti come un angelo, come se dentro di me già sapessi che se n’era andata.” Un incubo terminato per Giampaolo con una vita mantenuta lottando con le unghie e con i denti, per provare a ricominciare da capo, nonostante le gravi ferite, per la piccola Gaia, che a 6 anni ha bisogno di tutta la serenità che il papà può trasmettergli. Ma per Giampaolo non è stato per nulla facile, d’altronde come poteva esserlo? 3 mesi d’ospedale e le istituzioni, sorde, che sono state sprezzanti alla sua richiesta di verità. A Gaia non ha mai nascosto nulla Giampaolo, andranno insieme per l’anniversario del 18 gennaio a vedere i resti dell’hotel. “Sa che la sua mamma non tornerà più perché è diventata un angelo e ora vive in cielo” e per Giampaolo i ricordi, seppure dolorosi, sono da tenere sempre vivi quando guarda le stelle assieme a Gaia: “Cerchiamo insieme la stella più grande e più brillante: quella è la mamma.”