Mercoledì scorso alcuni giovani appartenenti ai centri sociali avevano occupato la cattedrale di Bologna, la chiesa di San Pietro. Lo avevano fatto come protesta per lo sgombero di Hobo, un edificio occupato lo scorso 5 dicembre dopo un corteo per il diritto alla casa. Una ventina di giovani con sacchi a pelo e zaini si erano messi sotto alla navata principale della chiesa srotolando uno striscione apertamente provocatorio con la scritta: ciò che voi lasciate all’in-curia noi lo riprendiamo. Dopo qualche ora gli occupanti si erano incontrati con il vicario generale dell’arcidiocesi di Bologna e avevano concordato lo sgombero in un clima amichevole: «Siamo dalla stessa parte della barricata, cioè quella dei poveri, ma con modi diversi di affrontare il problema» aveva detto monsignor Silvagni. Oggi Avvenire nel suo inserto dedicato a Bologna ha pubblicato un articolo di approfondimento su quell’episodio, un articolo a firma della Curia bolognese: no alle occupazioni e rispetto invece della legalità e dei luoghi di culto. “Per risolvere i problemi di chi è privo di un’abitazione non serve ferire i simboli della fede, ma occorre l’impegno di tutti e delle istituzioni” si legge nell’articolo. Esclusione dunque della violenza, del ricatto ma è necessario, si legge ancora, l’impegno delle istituzioni. Inoltre “costringere uno Stato di diritto a intervenire con un dispiegamento di forze come si è visto per ristabilire la legalità è un costo sproporzionato e ingiusto per una società democratica, e una responsabilità politica di cui tener conto nel bilancio complessivo della vicenda”.