Shimon Peres, l’ex presidente d’Israele morto stanotte a 93 anni, non è sempre stato considerato un ‘uomo di pace’. Quando era ministro della Difesa nel 1970 era infatti considerato un ‘falco’ perché aveva approvato i primi insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata. E durante il suo mandato da primo ministro, nel 1996, aerei da guerra israeliani bombardarono il villaggio libanese di Qana. Shimon Peres aveva comunque acquisito la reputazione di colomba perché fu uno degli architetti degli accordi di Oslo nel 1993 con l’Olp. Ed è rimasta storica la sua stretta di mano con il leader palestinese Yasser Arafat avvenuta il 13 settembre 1993 davanti al presidente americano Bill Clinton durante la cerimonia della firma degli accordi di Oslo. Shimon Peres vinse poi il premio Nobel per la pace 1994, un premio che condivise con Yitzhak Rabin e Yasser Arafat (clicca qui per vedere il video).
Che Shimon Peres non possa essere amato da tutti, questo è evidente visto che è stato presidente di uno degli Stati più odiati al mondo, specie nel Medio Oriente: la sua opera di pace instancabile, come ha sottolineato addirittura Papa Francesco, però ha donato qualche flebile speranza per evitare la guerra totale tra gli israeliani e gli stati arabi medio orientali, con l’eterna lotta fratricida con la Palestina che ha segnato proprio i lunghi e difficili processi di pace tra Peres e il leader di Afp Yasser Arafat. Mentre il partito di liberazione nazionale palestinese ancora non ha voluto commentare la notizia della morte di Shimon Peres, cruda e molto dura è invece la reazione del gruppo terroristico di Hamas, che numerosi attentati sul suolo israeliano ha compiuto negli ultimi 20 anni. «il popolo palestinese è felice della morte di questo criminale”. “Shimon Peres era uno degli ultimi fondatori israeliani dell’occupazione, la sua morte segna la fine di una epoca nella storia dell’occupazione israeliana», ha dichiarato uno dei leader Afp, Sami Abu Zuhri. Un uomo di pace e come tale odiato da chi quella pace non solo non la considera ma la reputa un ostacolo per l’affermazione politica e strategica.
Dopo la notizia della morte di Shimon Peres, il mondo intero sta reagendo per ricordare uno degli uomini che più si sono adoperati nell’operare tra guerra e pace nel caotico mondo medio orientale. Un uomo stimato da tanti per la sua azione di pace sia interna ad Israele, sia verso la Palestina e gli stati Arabi. Tra i tanti messaggi arrivati al suo successore Reuben Rivlin, quello di Papa Francesco offre uno spunto maggiore come interesse, non solo umano: «Ricordo con affetto il tempo trascorso con Peres in Vaticano e rinnova il suo grande apprezzamento per gli sforzi instancabili del defunto presidente a favore della pace. Come lo Stato di Israele piange Peres, e auspica che la sua memoria e i molti anni di servizio del Presidente rappresenti per tutti noi uno stimolo a lavorare con sempre maggiore urgenza per la pace e la riconciliazione». Interessante poi l’accenno alla vera ereditò che un uomo come Shimon Peres lascia alle nuove generazioni, non solo israeliane: «Solo lavorando instancabilmente per la pace, la sua eredità sarà veramente onorata e il bene comune per il quale ha cosi’ diligentemente lavorato troverà nuove espressioni, nell’umanità che si sforza di avanzare sul cammino verso pace duratura».
La seduta del governo d’Israele, dopo la morte stanotte Shimon Peres, si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo dell’ex presidente scomparso a 93 anni. Il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Questo è il primo giorno senza uno dei nostri leader maggiori” (clicca qui per vedere il video). Il primo ministro israeliano è poi apparso in televisione per un intervento sempre in ricordo di Shimon Peres. Netanyahu ha sottolineato che “Shimon ha dedicato la sua vita alla sovranità del nostro popolo. Il suo sguardo era rivolto al futuro. Ha lavorato fino agli ultimi giorni della sua vita per dare un futuro migliore ai nostri figli” (clicca qui per vedere il video). E il presidente d’Israele Reuven Rivlin ha sottolineato: “Non c’è capitolo nella storia dello Stato di Israele che Shimon non abbia scritto o in cui non abbia avuto una parte. Shimon ci ha fatto guardare lontano nel futuro e noi lo amavamo per questo, anche quando eravamo in disaccordo. Lo abbiamo apprezzato perché ci ha dato il coraggio di immaginare” (clicca qui per vedere il video).
E’ arrivato via Twitter il commento di Barack Obama alla morte di Shimon Peres, avvenuta stanotte dopo due settimane di ricovero in ospedale in seguito a un ictus. Sul profilo della Casa Bianca sul social network si legge questo tweet: “A light has gone out, but the hope he gave us will burn forever” (clicca qui per leggere). L’ex presidente israeliano è morto a 93 anni: la salma sarà esposta domani alla Knesset, il parlamento israeliano e i funerali, ai quali sono attesi gli Obama, i Clinton e il premier canadese Trudeau, si svolgeranno venerdì. Shimon Peres è stato premio Nobel nel 1994 con Yitzhak Rabin e Yasser Arafat per gli accordi di Oslo. E’ stato tra i fondatori dello Stato di Israele e si è battuto per una soluzione negoziata del conflitto con i palestinesi. Obama, nel comunicato pubblicato sul sito della Casa Bianca, sottolinea che Shimon Peres guardava al futuro “guidato da una visione della dignità umana e di un progresso verso il quale lui sapeva che le persone di buona volontà avrebbero potuto avanzare insieme”.
È morto Shimon Peres, l’ex presidente israeliano che ormai da tantissimo tempo viveva in uno stato di emergenza prima per un ictus e poi per un’emorragia celebrale. Nelle prime ore subito dopo la notizia della morte dell’ex Presidente si era diffusa la voce che ai funerali che ci saranno venerdì a Gerusalemme sarebbe stato presente anche Papa Francesco: i media d’Israele avevano dato la notizia clamorosa, ma da qualche minuto è arrivata la smentita dello stesso Vaticano che ha annunciato a mezzo stampa, «Il Papa partirà per la Georgia come previsto», ha dichiarato il portavoce. Tantissime però le autorità che saranno presenti alle esequie di uno degli uomini più amati d’Israele che ha rappresentato per tantissimi anni una speranza di pace in Medio Oriente e che purtroppo mancherà ancora di più per i prossimi sviluppi dello scacchiere arabo-palestinese-israeliano.
E’ morto stanotte Shimon Peres: l’ex presidente israeliano e premio Nobel per la pace nel 1994 aveva 93 anni ed era ricoverato da due settimane in seguito a un ictus che l’aveva colpito. La morte di Peres, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, è stata annunciata dalla radio militare. Shimon Peres era ricoverato all’ospedale Tel Ha-Shomer di Tel Aviv dallo scorso 13 settembre: inizialmente i medici avevano parlato di una condizione critica ma stabile, poi ieri si è verificato un peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute. Il decesso è avvenuto alle 2:15 ora locale, quando in Italia era l’1:15. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, in un comunicato, ha espresso ”profondo dolore per la morte di una persona cara alla Nazione intera, ed ex capo di Stato di Israele” e ha convocato questa mattina una seduta di lutto del governo israeliano. Il figlio di Shimon Peres, Chemi, ha sottolineato che “nella sua vita e con le sue azioni mio padre ci ha lasciato in eredità il domani. Ci ha ordinato di edificare il futuro di Israele con coraggio e saggezza, e di spianare sempre strade per un futuro di pace”.