Nella notte tra il 30 ed il 31 maggio 2016 moriva in circostanze misteriose Carlotta Benusiglio, la talentuosa stilista milanese rinvenuta cadavere, impiccata ad un albero con una sciarpa in piazza Napoli, poco distante da dove abitava, nel capoluogo lombardo. Carlotta aveva 37 anni ed a quella ipotesi di suicidio paventata inizialmente la sua famiglia, ed in modo particolare la sorella Giorgia non hanno mai creduto. Troppi gli elementi per non credere affatto che Carlotta si sia “semplicemente” tolta la vita e per tale ragione di recente è stato indagato per omicidio il fidanzato Marco Venturi, nei confronti del quale i familiari della vittima non hanno mai nascosto i loro sospetti. A far riaprire il caso e far parlare ufficialmente di omicidio sarebbero stati alcuni importanti accertamenti eseguiti sulla salma della donna e che avrebbero fatto emergere fratture al collo mai trapelate precedentemente e pienamente compatibili con l’ipotesi omicidiaria. Al fine di avere maggiori certezze, sono stati avviati anche complessi accertamenti su campioni di sangue. La salma di Carlotta Benusiglio era stata riesumata lo scorso 13 marzo e poi trasferita presso l’istituto di medicina legale del policlinico San Matteo di Pavia dove è stata sottoposta anche ad una tac in grado di accertare le cause del decesso e verificare la presenza o meno di lesioni sulle ossa del collo. L’esito ha dato responso positivo e la relazione che inizialmente sarebbe dovuta essere depositata lo scorso 22 maggio, per via della sua complessità non è ancora conclusa, dando l’appuntamento al prossimo 10 settembre. Di conseguenza, come precisa Il Giorno online, slitta anche l’udienza in programma per domani.
IL RICORDO DELLA SORELLA GIORGIA
Due anni dopo quella morte assurda, la pagina Twitter del programma Quarto Grado ha voluto ricordare Carlotta Benusiglio. “Sua sorella minore Giorgia la chiamava “Piccola grande”. Amavano salutarsi in chat con delle zampette. Carlotta adorava i gatti, forse per il loro carattere schivo, come il suo. Ciao Carlotta”. Ma il ricordo più importante arriva proprio da Giorgia, che non ha mai smesso di cercare la verità sulla sorella morta, a sua detta uccisa. “2 anni di angoscia, 2 anni di disperazione, 2 anni di rabbia, di tristezza, di pianti, di estrema infelicità… 2 anni dalla tua assenza e noi siamo ancora lì a quel 31 maggio del 2016. E mentre la gente va avanti a vivere, noi no… per noi la vita si è fermata a quel maledetto giorno”, sono le parole che Giorgia ha affidato a Carlotta attraverso la sua pagina Facebook. Il dolore da parte della giovane è ancora immenso e caratterizzato dalle stesse domande su cosa possa essere accaduto quella maledetta notte di fine maggio. “Sono già trascorsi 2 anni… e mentre lo scrivo un brivido mi passa lungo tutta la schiena…se lo ripeto ad alta voce mi manca il fiato. Sono 2 anni che mia sorella non vive più… per lei niente più uscite con le amiche, le cene con la famiglia, la possibilità di crearsi una famiglia, di vedere un tramonto, di sorseggiare un buon vino, di ridere, di piangere, di assaporare il Philadelphia, quella schifezza come la chiamava lei, che tanto amava e che nonostante sapesse fosse una cosa non propriamente sana, ogni tanto si concedeva…. niente più nottate trascorse a guardare le stelle, a sognare, a pianificare il proprio futuro… niente di niente”, scrive Giorgia ricordando quel vuoto incolmabile. “La sua morte non è stata “solo” una perdita dolorosa per la famiglia e per chi l’ha amata e voluto bene ma per tutti, perché ha privato tutti gli esseri umani di godere della sua arte, del suo talento, delle sue opere…di tutto ciò che avrebbe potuto ancora creare con la sua capacità innata di trasformare una cosa qualsiasi in una vera e propria opera d’arte”, ha concluso.