ASUNCION (Paraguay) — Mentre ascolto le tragiche notizie che giungono da Bruxelles con i relativi commenti, uno più vuoto dell’altro, mi chiamano perché vada nella casa dove accogliamo le ragazze vittime della violenza. È arrivata una ragazza di sedici anni con una bambina di un anno e mezzo e incinta di un nuovo bebè. Il diabolico protagonista è il papà della ragazza il quale, oltre che ad essere il padre delle due creature, è anche il nonno, perchè l’uomo abusava da anni di questa sua figlia, procurandole due gravidanze. All’incontrare questa ragazza, riesco solo a chiederle il nome e a guardarla con tenerezza. Vorrei abbracciarla, ma non voglio metterla a disagio con un gesto che forse non capirebbe perché vittima di altri abbracci pieni di violenza. Le mani dell’uomo, quando non sono più capaci di tenerezza, si trasformano in artigli.
Davanti a tanta violenza, mentre gli “esperti” parlano, parlano senza mai entrare nel cuore della realtà, non possiamo perdere la speranza di un mondo nuovo, perché Cristo è risorto. Il male non sarà mai l’ultima parola perché Gesù è risorto. Quanto accaduto nel cuore d’Europa e a questa mia figlia diventa una sfida: ma io credo veramente che Gesù è risorto, che già un virgulto nuovo ci indica che la vita non è e non sarà mai sconfitta dalla morte?
Guardare la Cnn commentare quanto accaduto a Bruxelles era un sentire ripetere le stesse cose a cui siamo abituati dopo ogni attentato. Si gira attorno al problema senza mai entrare nel cuore di ciò che è accaduto e che continuerà ad accadere. Possibile che, ogni giorno di più, diventiamo superficiali, incapaci perfino di riconoscere l’Avvenimento che ha dato origine all’Europa, quando persino le pietre lo gridano? La stessa cosa passa quando gli esperti continuano a girare attorno al problema della pedofilia e degli abusi sessuali. Siamo dei vigliacchi perché non vogliamo riconoscere che, avendo dato le spalle a Dio, qualsiasi perversione è possibile. All’origine della strage di Bruxelles sta lo stesso motivo per cui un uomo ha abusato di sua figlia. In un mondo senza Dio è inevitabile un mondo senza uomo.
“Homo homini lupus”, diceva Hobbes. Per questo è urgente che noi cristiani lo siamo fino in fondo, perché il cuore dell’uomo, di ogni uomo, ha fame e sete di Cristo ma se nei nostri volti non risplendono la grazia e la bellezza della Resurrezione, non saremo mai capaci di attirare l’uomo a conoscere Gesù.
Il cristianesimo si trasmette per invidia: “se questi e quelli sì, perché non io?” si chiedeva sant’Agostino. Guardando la tv e ascoltando ore e ore di chiacchiere, mi dicevo: eppure noi cristiani potremmo portare la risposta a questo mondo di chiacchiere, se veramente vivessimo la gioiosa certezza che Cristo è risorto.
Sono arrivato in Paraguay ventisei anni fa distrutto psicologicamente ma innamorato di Cristo e intorno a questo poveraccio è accaduto un fatto che s’impone a chi ha un cuore semplice, qualunque sia la confessione a cui appartiene. Allora ci crediamo seriamente alla risurrezione di Cristo o no? Il male non sarà mai l’ultima parola, perché Gesù è risorto, per cui Buona Pasqua!