Arriva una lettera anonima a rimettere in discussione tutte le certezze maturate sul caso di Isabella Noventa. Destinatario è Freddy Sorgato, l’autotrasportatore condannato all’ergastolo insieme alla sorella Debora. Ed è a lui che una mano anonima – come riferito da Il Mattino di Padova – si rivolge invitandolo a svelare i presunti traffici che avrebbero coinvolto la malavita del Piovese e della Riviera del Brenta. Nella missiva si parla di riciclaggio e traffici di oro, si fa persino il nome di Smeraldo Marigo, ex marito della tabaccaia di Camponogaro, Manuela Cacco. Ma cosa c’entra tutto ciò con Isabella Noventa? Secondo la lettera, Isabella cercava soldi per pagare i debiti contratti dal fratello Paolo e aveva anche minacciato chi quel denaro glielo aveva prestato, pretendendo evidentemente un tasso d’interesse da strozzino. Freddy si era fatto da intermediario con terze persone, ma sempre secondo la lettera non sarebbe né il mandante, né l’esecutore di quello che viene catalogato come un “delitto d’usura”. A questo punto, però, la domanda è d’obbligo: se anche questa versione fosse vera, perché Freddy Sorgato non parla? (agg. di Dario D’Angelo)
La madre di Isabella Noventa, da oltre un anno vive un doppio dolore: quello di aver perso una figlia in modo assurdo e quello di non poter piangere sulla sua tomba, in quanto il cadavere non è mai stato ritrovato. Sulla base di questo duplice inferno vissuto dalla famiglia Noventa si è conclusa la lunga requisitoria del pm Giorgio Falcone nel corso del processo che si è aperto nelle passate settimane e che vede imputati Manuela Cacco, Freddy e Debora Sorgato, tutti accusati dell’omicidio volontario premeditato e della sua distruzione di cadavere della 55enne. Il pubblico ministero nel corso dei primi tre intensi appuntamenti con la giustizia ha spiegato nei minimi dettagli tutti gli elementi che compongono il durissimo impianto accusatorio a carico del trio, prima di formulare le sue richieste di condanna. Ergastolo per i fratelli Sorgato, pena alla quale si è arrivati “discutendo la possibilità di riconoscere le attenuanti generiche e valutando in modo particolarmente rigoroso la continuazione con il reato di soppressione di cadavere”, ha spiegato Falcone ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto. Per quanto riguarda Manuela Cacco, ha proseguito, la richiesta è stata di 15 anni e 8 mesi per l’omicidio di Isabella: “a questa pena si è arrivati in base al riconoscimento delle attenuanti generiche”, ha spiegato.
I motivi sono essenzialmente due: per il fatto che la sua sia stata una condotta di partecipazione al reato di omicidio che ha riguardato soltanto l’accordo ma non la fase di esecuzione materiale, e per la ben diversa condotta che ha avuto dal giorno del suo arresto. Il restante anno di pena chiesta dal pm deriva invece al reato di stalking, per un totale di 16 anni e 8 mesi. I due Sorgato dunque sono ritenuti responsabili in egual misura del delitto premeditato di Isabella Noventa e da qui la richiesta di ergastolo, sulla base anche del comportamento tenuto dai fratelli: nessuna collaborazione, continue bugie e depistaggi, sfida verso gli stessi agenti di polizia e nessun rispetto nei confronti della vittima che invece hanno tentato di infangare in ogni modo. Il disprezzo per la vita altrui da parte di Freddy lo si riscontra anche dalle parole che lo stesso ha destinato al sub morto nel corso delle ricerche del corpo di Isabella, nelle acque del fiume Brenta, dove lo stesso aveva detto di aver gettato il corpo in un ennesimo tentativo di depistaggio. Una simile condotta ha ovviamente aggravato la sua posizione e quella della sorella che ha mentito sui suoi spostamenti anche di fronte all’evidenza.
La reazione degli imputati di fronte alle richieste di condanna per l’omicidio di Isabella Noventa sono state differenti. Di fronte alla parola “ergastolo”, Freddy e Debora Sorgato sarebbero rimasti imperterriti, mentre dopo aver sentito la sua pena, decisamente inferiore, Manuela Cacco si sarebbe sciolta in un pianto. Il pm Falcone, come emerso in questi mesi, ha sempre ritenuto credibile la versione fornita dalla tabaccaia veneziana e nella quale emergeva Debora Sorgato come l’esecutrice materiale del delitto. Le sue parole avrebbero trovato riscontro anche nelle indagini ma il pubblico ministero avrebbe intravisto al tempo stesso una evidente sincerità. Elemento, questo, che sarebbe emerso anche dalle lettere che la donna in carcere ha scritto a Freddy ma che non gli ha mai spedito in quanto scritte solo per fini terapeutici su consiglio di una psicologa. Secondo il pm, quella emersa dagli scritti sarebbe la “vera Manuela”. In una delle missive, come rivela la trasmissione di Rai3, la Cacco scrive: “Amore mio, fa quel passo orrendo ma che ti solleverà il cuore. Dì dove è Isabella, il suo corpo, sarà più leggera. Ti prego amore, aiutati. Aiutami se è vero che mi ami”.
Sebbene abbia collaborato con gli inquirenti, ammettendo però di entrare nel delitto solo per aver indossato il giubbino di Isabella, il pm non crederebbe a questa sua ultima versione in quanto per lui, infatti, Manuela sapeva perfettamente del piano e di quello che poi sarebbe accaduto la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Ad incastrarla sono gli otto minuti intercorsi tra quando entra nella villetta di Freddy a quando ne esce con il giubbotto della vittima addosso. Troppo pochi per lavarsi le mani in bagno, mettersi le pantofole, andare in cucina e farsi raccontare da Debora quanto accaduto prima di uscire con i due fratelli in direzione Padova centro. Nonostante questo, secondo Falcone la donna non sarebbe intervenuta materialmente nel delitto.