Santo Carlo Lwanga, la storia
Carlo Lwanga è nato a Bulimu nel 1865 ed è stato il capo dei paggi ai tempi della corte del re Mwanga II di Buganda. Durante il periodo delle persecuzioni cristiane fu brutalmente ucciso, per aver rifiutato le avance del re. È tutt’ora considerato uno dei principali Martiri dell’Uganda. Carlo Lwanga apparteneva al clan Ngabi e successivamente si convertì al cristianesimo grazie al Cardinale Charles Lavigerie, a quei tempi padre fondatore dei clerici missionari d’Africa. È stato inoltre insignito di una sorta di carica politico-religiosa dopo l’uccisione di Joseph Mukasa, martire catechista fortemente attaccato agli ideali religiosi. In occasione del martirio del giovane ugandese, Carlo Lwanga assunse la carica di prefetto della sala reale. Egli ha dedicato gli anni della sua vita alla preghiera e alla protezione dei giovinetti nobili che venivano costantemente minacciati dalle avances del re. Il 25 maggio del 1866 è stato condannato a morte e, trasportato sulla collina di Namugongo, fu bruciato vivo il successivo 3 giugno. È stato dichiarato Beato da papa Benedetto XV all’indomani della formazione dei Fasci di combattimento del 1920. Papa Paolo VI, nel 1964, lo dichiarò Santo dopo aver compiuto un lungo viaggio in Africa all’insegna della commemorazione dei Martiri cattolici dell’Uganda.
Le celebrazioni per San Carlo Lwanga
San Carlo Lwanga martire Cristiano e santo protettore dell’Uganda viene ricordato il 3 giugno dall’intera comunità africana che, ogni anno, si riunisce per dedicare al personaggio una grandissima festa popolare all’insegna del ricordo, della commozione, di inni sacri e canti popolari. Le popolazioni interessate si incontrano a Kampala, capitale dell’Uganda, per dare vita ad un vero e proprio scambio di impressioni relative alla vita tormentata del santo. Il 3 giugno, insieme a San Carlo Lwanga, si ricordano i suoi 12 compagni, convertiti al cristianesimo da Padri Bianchi Carlo, che vennero uccisi insieme a lui a Kampala nel 1886.