Carissimo Scalfari,
Lei oggi e giustamente ci parla della fine di un’epoca e del fatto che molti non vogliono arrendersi a questa evidenza, a questa decadenza di una politica che si è posta come orizzonte ultimo della vita, nel male ma anche nel bene. Lei, caro Scalfari, ha ragione a sottolineare questa implosione cui stiamo assistendo e di fronte alla quale ognuno di noi deve decidere che posizione prendere, che scelte fare.
La questione semplice e decisiva è come si possa stare di fronte alla fine di un’epoca per non esserne travolti. E’ su questo che urge andare al cuore della questione, altrimenti ci perderemmo in analisi e contro-analisi su ciò che sta finendo e lei sa bene che da tutte le analisi che pur potremmo fare non può venire la ripresa. Ci vuole un fattore in più per riprendere a camminare con vigore e certezza della meta, non ci basta sapere che sta morendo una politica che ruota su se stessa, ci vuole un fattore in più, e questo fattore in più è che la politica ha fuori di sè il criterio su cui fondarsi e da cui trarre giudizi e azioni. Che l’origine della politica non sia l’intenzione di fare il bene per gli altri, ma fare il bene con gli altri, questo è il nuovo inizio che nella società italiana è già presente e che si sta facendo largo tra tanti pregiudizi e ostacoli. C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, è l’azione di chi poggia la sua speranza non in un progetto, ma in un punto di condivisione incrollabile, il cuore, il punto di forza di ogni associazione umana.
Oggi è il giorno di Pasqua, giorno come ha detto il Papa di una nuova creazione, e questa novità che un Altro genera arriva fino al mondo della politica, portando un cambiamento di metodo decisivo, il coraggio di porre la propria speranza nel Mistero Buono che fa tutte le cose. Muore l’epoca in cui l’uomo ha creduto nella politica, ha pensato che potesse risolvere ogni suo problema, inizia l’epoca in cui la politica viene relativizzata, tutto diviene più leggero. Dentro questa leggerezza risuona un annuncio mai così forte, l’annuncio che dentro la relatività, dentro una società in cui tutto corre via veloce c’è un fatto che permane.
Non genericamente il mistero della vita, o che la vita debba pur avere un senso, ma il Dio che si è fatto carne, che ha una identità precisa, un nome, Gesù Cristo, una fisicità, un timbro umano preciso. Un uomo che risorge e che si impianta dentro la vita così che la si possa gustare tutta e con intensità. Una nuova epoca è questa, in cui Cristo risorge e ogni uomo può decidere di appoggiarsi a questa roccia. Sì, ognuno di noi deve decidere, se rimanere dentro il vortice di una vita ad alta velocità dove tutto scorre inesorabilmente o se rischiare tutto su quest’uomo, Cristo, che risorge. Una nuova epoca, un’epoca di grandi decisioni!
Gianni Mereghetti
Abbiategrasso