Tutto pronto per l’introduzione del nuovo permesso di soggiorno elettronico (Pse), che a breve, dopo la firma del ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, dovrebbe fare il proprio ingresso attraverso una fase sperimentale che coinvolgerà inizialmente la provincia di Viterbo. Sembra che il nuovo Pse verrà esteso a tutti gli immigrati, anche i minori, e che sarà gratuito per i bambini con meno di 12 anni. Si tratta di una vera e propria carta di plastica, al cui interno sarà presente un microchip che conterrà tutti i dati relativi al cittadino straniero, come impronte digitali, i cui rilievi sono affidati alla Polizia scientifica, e foto, visibile anche sulla stessa carta. Tutti i dati confluiranno al Cen, il Centro elettronico nazionale del Ministero dell’Interno, mentre le questure saranno ufficialmente responsabili del rilascio del documento. Una delle principali novità che potrebbe far discutere è la scelta fatta dal dipartimento di Pubblica sicurezza di non adottare la banda ottica, cioè quella fascia d’argento incisa al laser in cui sono inseriti i dati del cittadino straniero, perché considerata troppo costosa. Questo però potrebbe avere diverse ripercussioni sulla sicurezza, perché fino a oggi la banda non è mai stata oggetto di contraffazioni, tanto che viene anche utilizzata per la Green Card statunitense, cioè il permesso di soggiorno americano rilasciato fino a oggi in 30 milioni di copie. IlSussidiario.net ha chiesto un giudizio a Giancarlo Blangiardo, Docente di Demografia all’Università Bicocca di Milano, secondo cui l’introduzione del nuovo permesso di soggiorno rappresenta «un passo avanti nella direzione di un miglioramento del servizio e in qualche modo della riduzione del disagio da parte della popolazione che deve ottenere questo tipo di permessi. Si tratta infatti di una popolazione tutt’altro che marginale: basti pensare che in Italia ci sono circa 3 milioni e 500 mila stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti, e che di questi poco più di un milione e mezzo ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. Possiamo quindi dire che le persone coinvolte nel rinnovo del permesso sono circa 2 milioni, e non è certamente una cifra da poco».
Secondo il professor Blangiardo l’arrivo del nuovo permesso di soggiorno elettronico potrebbe portare due principali vantaggi: «Innanzitutto sull’aspetto riguardante la funzionalità: immagino procedure più rapide, più pratiche, mentre per quanto riguarda la certificazione e il controllo credo che gli strumenti elettronici dovrebbero consentire di avere informazioni in maniera completa e immediata ove necessario, con tutti gli aggiornamenti praticamente in tempo reale. Proprio per questi motivi si tratta di un passo avanti nel miglioramento della vita di tutti gli immigrati e del sistema Paese, in quelle che sono le attività di gestione del fenomeno migratorio».
«La sperimentazione comincia nel Lazio, più precisamente a Viterbo, – ci spiega poi Blangiardo – e vedremo cosa emergerà. Potrebbe esserci l’esigenza di qualche messa a punto e, anche se ancora manca il passaggio all’Authority per la privacy, non credo che ci siano problemi da quel punto di vista, perché stiamo parlando di informazioni che venivano comunque acquisite anche con il metodo precedente. I vantaggi che arriveranno da questo nuovo strumento potrebbero anche giustificare il costo che il permesso di soggiorno oggi ha. Un costo che per molte famiglie potrebbe rappresentare un problema, ma se viene offerto ai cittadini stranieri un servizio migliore e forse la possibilità di risparmiare tempo e di avere maggiore efficienza, credo che alla fine anche da questo punto di vista il gioco valga la candela».
(Claudio Perlini)