Questa mattina il Promotore di Giustizia del Tribunale Vaticano ha deciso di intervenire direttamente sul caso del diplomatico dello Stato Vaticano indagato in America per presunta violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche: la Chiesa ha difatti richiamato il diplomatico immediatamente a Roma per poterlo interrogare aprendo a sua volta una indagine interna. Secondo una fonte dell’Associated Press il sacerdote indagato è un organi di alto grado che lavora nell’ambasciata vaticana nella capitale americana a Washington. «È sospettato di possedere, ma non di produrre o diffondere, pornografia infantile, comprese immagini di bambini nell’età precedente la pubertà»: le fonti dei media americani non riportano il nome del sacerdote e riportano come le stesse indagini Usa non sono ancora chiarite fino in fondo con fonti e testimoni che ancora devono essere sentiti. La Chiesa però, appena ricevuto notizia dal Dipartimento di Stato Americano, ha deciso di avviare è stata avviata una collaborazione a livello internazionale – oltre ad una indagine interna allo stesso corpo diplomatico vaticano – al fine di raccogliere elementi relativi a questo caso, «che per la seconda volta, dopo la vicenda dell’arcivescovo polacco Józef Wesolowski, nunzio apostolico a Santo Domingo, ha come protagonista un diplomatico di alto livello», spiega Vatican Insider.
IL PRETE RICHIAMATO A ROMA
La decisione presa oggi dal Tribunale della Chiesa Cattolica è nient’altro che il frutto delle nuove norme molto rigide per combattere la pedofilia rilanciate da Papa Benedetto XVI e poi da Francesco: tra le nuove norme introdotte sotto il pontificato di Ratzinger nel corpo giuridico vaticano, anche quella relativa al reato della pedopornografia, conferma anche Repubblica. «Si rende noto che il 21 agosto scorso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha notificato alla Segreteria di Stato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington», spiega la nota della Sala Stampa Vaticana. La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione, il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano: da ultimo, si avvisa proprio della doppia indagine e cooperazione avviata dalla Chiesa, con un nota bene finale. «Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono vincolate al riserbo istruttorio».