Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, ha chiesto di poter vedere il padre gravemente malato. I suoi legali, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, presenteranno istanza al pubblico ministero Letizia Ruggeri che dovrà stabilire se autorizzare o meno l’incontro tra il carpentiere e l’uomo che ha sempre creduto essere suo padre biologico. Il test del Dna ha infatti confermato che il padre naturale di Bossetti è Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus morto nel 1999.
Dopo aver sequestrato numerosi documenti dall’abitazione di Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo che da oltre un mese è in carcere con l’accusa di aver rapito e ucciso Yara Gambirasio, gli inquirenti starebbero puntando l’attenzione su una ventina di fatture che attesterebbero l’acquisto di materiale edile effettuato dal carpentiere di Mapello presso un’azienda di Chignolo d’Isola. Un investigatore, fa sapere il Corriere della Sera, avrebbe anche riferito che tra i vari documenti raccolti ci sarebbero “gli scontrini di qualche centro estetico”. Gli investigatori continuano dunque ad analizzare gli spostamenti di Bossetti per verificare se vi sia qualcosa di sospetto o non dichiarato durante l’interrogatorio. Intanto i suoi difensori, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, hanno presentato in procura un’istanza di dissequestro relativa alla sua abitazione.
I genitori di Yara Gambirasio hanno un nuovo avvocato. Oltre a Enrico Pelillo, che continuerà ad assistere legalmente Fulvio Gambirasio, il padre della tredicenne rapita e uccisa nel novembre del 2010, è stato nominato Andrea Pezzotta che invece seguirà la madre, Maura Panarese. “La legge non prevede una nomina congiunta per due diverse persone che saranno parti offese al processo – ha spiegato proprio Pezzotta, le cui parole sono riportate dal Corriere della Sera -. È stata quindi fatta una scelta tecnica assolutamente condivisa e in totale armonia”. Il legale ha aggiunto che “ci sarà una rilevante mole di atti da studiare in vista del processo e poter lavorare insieme al collega sarà molto utile. Il materiale da valutare sarà tanto, viste le consulenze richieste dalla procura e le analisi in corso in contraddittorio. Noi aspettiamo serenamente la chiusura delle indagini”.
Proseguono le analisi e gli esami del Ris di Parma sulle tracce trovate nei due veicoli (una Volvo grigia e un furgone Iveco) sequestrati a Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio. Al momento, però, secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa, non sarebbe stato trovato alcun elemento che possa collegare Bossetti a Yara Gambirasio. Per questo motivo i due avvocati del carpentiere di Mapello, Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, stanno valutando di chiedere la scarcerazione del loro assistito. Bossetti è in carcere da oltre un mese con l’accusa di aver rapito e ucciso la tredicenne di Brembate Sopra il 26 novembre 2010 e al momento il suo profilo genetico corrisponde praticamente al 100% con quello di “Ignoto 1” trovato sugli indumenti di Yara. I legali del muratore potrebbero presto chiedere anche una ripetizione del test del Dna.
Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio, ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna telefonata da Papa Francesco. Era stato il quotidiano “Il Giorno” a parlare di una telefonata fatta dal Pontefice dopo aver ricevuto una missiva della donna, la quale però ha smentito. La mamma di Yara, la tredicenne di Brembate Sopra rapita e uccisa il 26 novembre 2010, ha spiegato di non aver ricevuto da Bergoglio alcuna telefonata e tantomeno una lettera.
Papa Francesco avrebbe risposto con una telefonata a una lettera inviata tempo fa dalla mamma di Yara Gambirasio, Maura Panarese, scritta quando nelle indagini sulla morte della tredicenne “erano soltanto buio e vuoto, di cui soltanto ora si è avuto notizia”. Lo scrive oggi “Il Giorno”, secondo cui il Pontefice avrebbe telefonato alla donna dopo aver ricevuto la missiva. Qualche mese prima di rivolgersi a Papa Francesco, si legge ancora, la mamma di Yara “aveva scritto al presidente della Repubblica. Una missiva accorata, nella quale aveva ripercorso la tragedia della sua famiglia e manifestato tutto il suo sconforto”.
Emergono nuovi dettagli dell’interrogatorio che Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo che da oltre un mese si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, ha reso davanti al gip Ezia Maccora e al pm Letizia Ruggeri. Come riportato da L’Eco di Bergamo, al carpentiere di Mapello è stato chiesto di parlare di eventuali rapporti o incontri con il padre della tredicenne, Fulvio Gambirasio, il quale si fece vedere diverse volte al cantiere di Palazzago pochi giorni dopo la scomparsa di sua figlia. “Sì, il papà di Yara sarà venuto due o tre volte sul cantiere di Palazzago di mio cognato Osvaldo Mazzoleni, sarà stato il mese di dicembre del 2010 – ha detto Bossetti al pm – Ricordo che parlava proprio con mio cognato Osvaldo, penso che si conoscessero già da prima, e diceva che sua figlia era scomparsa. Io e gli altri operai eravamo lì, ma siamo andati avanti a lavorare. Non abbiamo avuto il coraggio di avvicinarci e dire a quell’uomo ‘fatti forza’, non siamo entrati nel merito, lavoravamo e basta, perché si capiva che lui non ne voleva parlare”. Un collega di Bossetti ha recentemente detto che, quando Fulvio Gambirasio venne al cantiere, l’uomo “rimase impassibile”, quasi per evitare ogni contatto con il padre della giovane vittima. Lo stesso Bossetti, invece, sostiene che lo fece come dimostrazione di rispetto nei suoi confronti.