La fonte delle notizie su san Mauro, vissuto nel VI secolo, sono i Dialogi di san Gregorio Magno (590-604). Mauro vi figura come discepolo di san Benedetto, offerto al santo dal padre Eutizio, romano. San Gregorio Magno precisa che fu discepolo di san Benedetto e amico di Mauro un giovanetto di nome Placido. “Il tono del racconto [di san Gregorio Magno] ci consente di percepire con immediatezza il rapporto profondo di affetto e di fiducia che legava i due giovanetti a san Benedetto”, scrive Valerio Cattana, abate del monastero di Santo Stefano di Seregno, in provincia di Milano. L’immaginario popolare è sempre stato caratterizzato da un miracolo. Un giorno il giovane Placido, nell’attingere acqua dal lago, si sporse troppo e venne risucchiato e trascinato dalle onde. Benedetto si rese conto del momento drammatico e mandò Mauro in soccorso del suo giovane amico. Ebbene, accadde che il Nostro salvasse l’amico Placido camminando sulle acque!
Un altro episodio, interessa san Mauro. Benedetto stava lasciando Subiaco, probabilmente a causa di qualcosa che aveva a che fare con un tale sacerdote di nome Fiorenzo, quando Mauro venne rimproverato dall’abate per avergli portato con gioia la notizia della morte del sacerdote. Ogni altro elemento sulla sua vita proviene da una biografia apocrifa scritta dall’abate Odone di Glanfeuil (l’attuale St-Maur-sur-Loire) nell’863. Il culto di san Mauro ebbe la più ampia diffusione per mezzo della congregazione benedettina francese di St-Maur – i cosiddetti maurini – ed è testimoniato a partire dalla seconda metà del X secolo, a St-Père di Chartres. L’iconografia è comprende la serie di affreschi trecenteschi di Spinello Aretino nella sacrestia di San Miniato al Monte, quelli del Sodoma e di Luca Signorelli nel chiostro dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, le opere del Perugino per la chiesa abbaziale di San Pietro a Perugia.
A Glanfeuil lungo la Loira nel territorio di Angers in Francia, san Mauro, abate.