Santa Brigida di Svezia, insieme a Santa Caterina da Siena e San Benedetto da Norcia, è compatrona del continente europeo. Una funzione che spiega largamente l’eminenza delle sua figura tra coloro che sono celebrati dalla Chiesa cattolica il 23 luglio. Nata nel giugno del 1300, in un castello situato presso Uppsala, era figlia del governatore dell’Upplan, Birgen Persson e di Ingeborga. La sua famiglia discendeva dal re cristiano Sverker I e il suo nome era stato scelto in onore di Santa Brigida Cell Dara.Alla morte della madre, avvenuta quando aveva dodici anni, venne inviata dalla zia Caterina Bengtsdotter, al fine di completare la propria formazione, rimanendovi per due anni. A quattordici anni, infatti, come del resto normale all’epoca, fu data in sposa al figlio del governatore del Västergötland, Ulf Gudmarsson, nonostante la sua volontà di consacrarsi a Dio. Nel settembre del 1316 si sposò e si trasferì nel castello di Ulfasa. Nei due anni successivi i due sposi non consumarono il matrimonio, preferendo preghiera e mortificazioni per rinsaldare la propria fede cristiana e soltanto negli anni a seguire ebbero otto figli. Nel 1330 Ulf Gudmarsson fu nominato lagman di Närke, proprio su impulso di Brigida e in seguito i due coniugi divennero anche Terziari Francescani. La sua vita ruotò non solo intorno alle sue funzioni, ma anche nel continuo impegno a favore di poveri e ragazze, per impedire a queste ultime di scegliere la prostituzione come forma di sostentamento. Anche l’assistenza medica la vide impegnata all’interno di un piccolo ospedale da lei stessa fatto costruire. In questo fervore di attività, non mancò il tempo per lo studio, alle dipendenze di maestro Matthias, sua guida spirituale, il quale la introdusse ad una lettura più approfondita delle Sacre Scritture, portandola anche a conoscenza delle correnti di pensiero del resto d’Europa.
Nel 1335 Brigida raggiunse la corte regale, in quanto cugina di Magnus II, al fine di ricevere e assistere la regina. Un ruolo che la vide in breve tempo aumentare la propria influenza sulla coppia regale, ispirando la legislazione con provvedimenti quali l’abolizione del diritto regio di rapina sui beni dei naufraghi. Anche la tassazione fu riformata in senso più favorevole alle classi meno abbienti.Quando però la regina privilegiò il suo lato frivolo, Brigida decise di lasciare la corte e di tornare a casa. Nel 1341, insieme al marito, decise di festeggiare le nozze d’argento recandosi a Santiago di Compostela, un pellegrinaggio che li convinse ad abbracciare la vita religiosa. Tornati in Svezia, Ulf optò per il monastero cistercense di Alvastra, mentre Brigida si trasferì in un edificio annesso allo stesso. Fu proprio questo il peiodo in cui iniziò ad avere una serie di visioni mistiche che sarebbero cessate solo con il suo decesso. Il contenuto di queste visioni sarebbe poi stato raccolto in otto volumi da padre Mathias e altri direttori spirituali.Spinta da queste visioni a farsi messaggera di pace, non esitò a indirizzare messaggi in tal senso ai sovrani dell’epoca, invitando anche Clemente VI ad emendarsi da alcuni difetti, oltre che a indire il Giubileo del 1350 e riportare la sede del cristianesimo a Roma. Nel 1349 decise di recarsi nella Città Eterna, ove alloggiò in un palazzo del fratello del Papa. L’impressione sulla città fu pessima e non migliorò neanche in seguito, tanto da indicarla nei suoi scritti come un groviglio di vipere popolato da un clero corrotto. Negli anni successivi si spostò anche lungo la penisola, toccando vari santuari, in particolare nel Centro e al Sud. Inoltre visitò Napoli, ove riuscì a ottenere una radicale conversione da parte della regina Giovanna.
L’ultimo atto della sua vita fu il pellegrinaggio in Terra Santa, intrapreso nel 1371. L’anno successivo la comitiva da lei guidata arrivò a Gerusalemme, ove Brigida contrasse una grave malattia che la avrebbe infine condotta alla morte, avvenuta il 23 luglio 1373, proprio in quella Roma che non ne aveva mai compreso la grandezza. Sepolta originariamente in un sarcofago di marmo, collocato nella Chiesa di San Lorenzo in Damaso, le sue spoglie furono poi trasferite in patria nel 1374, mentre a Roma rimanevano solo alcune preziose reliquie, che sono tuttora custodite dalle Clarisse di San Martino ai Monti e a San Lorenzo di Panisperna.